Organizzazione criminale dedita all’usura e allo spaccio, il blitz e gli arrestati
I carabinieri della Compagnia di Chivasso e quelli della Tenenza di Settimo Torinese hanno eseguito 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere. Nel mirino i sodalizi criminali del territorio.
I carabinieri della Compagnia di Chivasso e della Tenenza di Settimo hanno sgomitato una organizzazione criminale che operava nel settore dell'usura, con tassi d'interesse fino al 94%, e in quello dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Organizzazione criminale sgominata dai carabinieri
Due anni di indagini, iniziate dopo la denuncia e il suicidio (il giorno dopo) di un imprenditore del canavese. Il lavoro dei carabinieri della Compagnia di Chivasso è stato lungo e complesso, ma è riuscito a rivelare una complessa rete di relazioni tra persone che, di fatto, appartenevano a un articolato sodalizio criminale.
L’elicottero dei carabinieri del comando provinciale di Torino che all’alba di oggi, martedì 8 settembre 2020, ha svegliato Settimo e i comuni limitrofi, aveva già fatto presagire ai più che “sotto” ci fosse qualcosa di importante. E così è stato. Sono in tutto 17 le misure di ordinanza cautelare firmate dal Gip del Tribunale di Ivrea che oltre cento carabinieri hanno eseguito a Settimo e in tutto l’hinterland torinese.
Il "sodalizio" dedito all’usura e allo spaccio di stupefacenti
In quest’inchiesta è proprio la città di Settimo ad assumere un ruolo di fondamentale importanza. E’ qui, infatti, che si intrecciano gli interessi dei sodali dell’organizzazione che erano dediti al prestito di denaro e allo spaccio di stupefacenti. Tra le persone finite al centro dell’inchiesta degli inquirenti ci sono nomi di “spicco” della criminalità del territorio. Persone già coinvolte nell’ultima operazione dei carabinieri – la “Cerbero” - che nei mesi scorsi aveva scosso tutto il territorio e che aveva disvelato un sostrato criminale particolarmente radicato su tutto il territorio.
Tassi di usura fino al 94%
Una delle attività principali dell’organizzazione che è stata sgominata dai carabinieri era quella del prestito di denaro. “Finanziamenti” per i quali si pretendeva la restituzione non solo del “capitale” ma anche dell’interesse che in alcuni casi arrivava fino al 94%. Cifre esagerate che hanno messo in ginocchio, tra l’altro, un imprenditore del canavese che si era tolto la vita due anni fa. Sconvolto per il tunnel in cui si era ritrovato coinvolto aveva deciso di farla finita. Ma non prima di denunciare, il giorno prima, quello che gli era capitato, chiedendo aiuto ai militari dell’Arma dei carabinieri.
Usura e spaccio, proventi illeciti che si intrecciano tra loro. Diffusione di stupefacenti sul territorio e prestiti di denaro che probabilmente hanno coinvolto molte altre persone. E, ancora, atti intimidatori. Biglietti e colpi di pistola contro le auto dei debitori insolventi. Uno scenario preoccupante che ha destato per l’ennesima volta i timori rispetto a una deriva ancora più negativa dei “sodalizi” presenti su tutto il territorio della provincia.
Gli arrestati
Tra le persone che sono finite nel mirino degli inquirenti e che sono state destinatarie delle ordinanze di misura cautelare eseguite nella mattinata di oggi ci sono, tra gli altri, i settimesi Davide Alfonso Molino, Vittorio Bellofatto, Antonio e Francesco Barbaro, Francesco Catanzariti, Giuseppe Carnazza e Stefano Ciervo.
Tutte persone legate, a vario titolo, e con diverse responsabilità nell’inchiesta che si è concretizzata questa mattina e che, tra le altre cose, ha svelato un vero e proprio “sistema” di trasferimento di auto dall’Italia all’estero.