Mentre Federico Riboldi, assessore regionale alla Sanità, non dice né «no» e né «sì» al punto di primo intervento a Settimo, convinto che vadano analizzati «i pro e i contro», la sindaca Elena Piastra si aggrappa al «nì». E rimarca i pro di una proposta utile non solo per il nostro nosocomio.
Tra hospice o geriatria, il futuro dell’Ospedale oltre il primo intervento
«Devo dire che sul primo soccorso non mi ha detto “no” né l’assessore Riboldi e neanche Cirio ma dobbiamo darci i tempi corretti – analizza Piastra -. Adesso la priorità è risolvere la fase di liquidazione della società (Saapa, ndr) visto che non siamo ancora arrivati alla conclusione dell’iter. A quel punto, anche con il nuovo direttore dell’Asl To4 Vercellino, ci mettiamo a lavoro. Io continuo a pensare che la scelta del prima intervento non serva solo a Settimo ma permette di alleviare in particolare Chivasso».
La sindaca Piastra all’assessore regionale
Per Piastra, infatti, far atterrare il primo intervento in città sarebbe una buona «strategia» sia in termini di costi che di efficienza. «L’85% delle persone che arrivano da sole in pronto soccorso sono un codice bianco o verde. Se consideriamo che nel nostro territorio facciamo riferimento a circa 500.000 persone, che afferiscono principalmente a Chivasso e al Giovanni Bosco, poter agire su quello spazio intermedio permette di alleviare quei numeri. Mi rendo conto che non sia un percorso che parte solo da Settimo e bisogna ragionare su un modello di sanità territoriale ma non è una cosa impossibile. Con Riboldi – aggiunge –, abbiamo affrontato anche il problema relativo al personale che penso sia uno dei «contro» a cui si riferiva perché non è facile coprire una struttura in più data la fatica a trovare personale di urgentistica sugli altri ospedali. Io questo lo comprendo ma credo vada analizzato bene quanto realmente il primo soccorso a Settimo richieda personale in più e quanto invece permetta di liberarlo dalle altre strutture».
Ma il punto di primo intervento non è l’unica strada percorribile per il potenziamento dell’ospedale. «Il nostro territorio è carente anche di altri servizi su cui si potrebbe ragionare – conferma -. Penso all’hospice oppure alla parte dedicata alla geriatria».