Risse, aggressioni, minacce: scattano i «Daspo urbani» per tre giovani
Per diciotto mesi non potranno accedere e stazionare nel centro
Durante la scorsa estate avevano creato parecchi problemi dentro e fuori alcuni bar e negozi, minacciando e aggredendo titolari o clienti. E, ancora, dando vita e episodi di violenza, con tanto di risse con schiaffi, pugni e calci nelle piazze e nelle zone centrali di Settimo Torinese.
E dopo tutte le indagini di rito, i Carabinieri della Tenenza cittadina avevano inviato specifica richiesta al Questore di Torino per firmare e disporre il «Daspo urbano» per motivi di «sicurezza pubblica».
Risse, aggressioni, minacce: scattano i «Daspo urbani» per tre giovani
Nei guai sono finiti tre giovani, tutti di età compresa fra i 18 e i 25 anni e che per i prossimi diciotto mesi - ovvero fino a buona parte del mese di aprile del 2026 - di accedere o stazionare davanti ad alcuni bar di Settimo e in tutta l’area del centro compresa fra via Italia (nel tratto compreso fra via Italia 11 e via Matteotti), via Matteotti (nel tratto compreso fra via Italia e piazza Vittorio Veneto), piazza Vittorio Veneto (nel tratto compreso fra via Matteotti e via Teologo Giuseppe Antonino) e via Teologo Giuseppe Antonino (nel tratto compreso fra piazza Vittorio Veneto e via Italia 11).
Per diciotto mesi non potranno accedere e stazionare nel centro
Come ormai tutti sanno, il Daspo è una «misura a tutela del decoro di particolari luoghi», come strade o piazze, dove un sindaco, attraverso il Prefetto e con l’ausilio della Polizia Locale e dei Carabinieri, può sanzionare e stabilire un divieto di accesso ad alcune aree della stessa città. Come spiega la stessa Legge l’obiettivo è quello di «difendere la “sicurezza urbana”, intesa come quel bene della vita alla vivibilità e al decoro delle città, da conseguire anche attraverso il contributo degli enti territoriali attraverso i seguenti interventi: riqualificazione e recupero delle aree o dei siti più degradati, eliminazione dei fattori di marginalità e di esclusione sociale, prevenzione della criminalità - in particolare di tipo predatorio- promozione del rispetto della legalità, più elevati livelli di coesione sociale e convivenza civile».
L'assessore alla Sicurezza, Angelo Barbati
Soddisfatto per il triplice provvedimento l’assessore alla Sicurezza, Angelo Barbati: «La tutela della sicurezza pubblica passa da alcuni strumenti, pochi dei quali, in realtà, in capo ai Comuni. Oltre a potenziare il presidio del territorio da parte di polizia locale, anche in collaborazione con i carabinieri, e a raddoppiare la dotazione di telecamere di videosorveglianza, qualche mese fa abbiamo deciso di attivare la possibilità di chiedere al questore il Daspo urbano. L'abbiamo fatto per dare alla questura e alle forze dell'ordine una possibilità in più per contrastare alcuni comportamenti difficili da arginare, tipicamente quei piccoli reati che restano spesso impuniti. In questo caso parliamo ad esempio di una rissa in un locale».