Commozione

A Venaria folla per l'ultimo saluto a Giulia, la surfista morta trafitta da un pesce

Il sindaco: "La chiesa gremita, la piazza strapiena, anche il cielo carico di pioggia - o di lacrime - pareva voler partecipare al dolore"

A Venaria folla per l'ultimo saluto a Giulia, la surfista morta trafitta da un pesce
Pubblicato:
Aggiornato:

A Venaria Reale folla di persone per l'ultimo saluto a Giulia Manfrini oggi pomeriggio, venerdì 25 ottobre 2024, nella parrocchia di Santa Maria. In tanti hanno voluto salutare la 36enne surfista uccisa da una aguglia in Indonesia. La salma era rientrata in Italia il 23 ottobre.

giulia pesce spada

A Venaria folla per l'ultimo saluto a Giulia

Davvero tantissime persone hanno voluto salutare la giovane venariese. In primis, in rappresentanza della Città, il sindaco di Venaria Reale Fabio Giulivi, che ha affidato i suoi pensieri ai social facendosi portavoce del sentimento di tutta la comunità:

La chiesa gremita, la piazza strapiena, anche il cielo carico di pioggia - o di lacrime - pareva voler partecipare al dolore. Passiamo la vita a proteggere i nostri figli fin da piccini. Fai attenzione a questo, fai attenzione a quello, mangia sano, presta attenzione ad attraversare la strada, pratica sport, guida piano, non bere, non ti drogare...eccetera, eccetera, eccetera.

Poi un bel giorno, mentre sei in mezzo al mare, un'aguglia (nome di un piccolo pesce spada che molti di noi hanno conosciuto per la prima volta in questa maledetta storia) decide di trafiggerti in maniera mortale il petto. Non uno squalo, non un'onda anomala, non uno scoglio non visto ma un'aguglia insignificante che poteva colpirti il braccio, la caviglia o l'orecchio mette invece fine alla tua breve vita. Dai ma di che stiamo parlando? Siamo seri?

John Lennon scriveva che «La 𝘃𝗶𝘁𝗮 è ciò che ti accade mentre sei impegnato a fare altri progetti». Credo un pò anche la 𝗺𝗼𝗿𝘁𝗲.
In questa settimana in città non si è parlato d'altro. Ma anche fuori Venaria vista la quantità di messaggi di affetto giunti alla famiglia da ogni parte del mondo. Un mondo senza confini quello di Giulia.

L'altro giorno, nel bar di fronte al Municipio, due anziani appoggiati al bancone del bar concordavano tra loro « almeno questa ragazza se ne è andata mentre faceva ciò che le piaceva » . Capita difatti a pochissimi di aver il beffardo ed involontario privilegio di morire facendo ciò che si amava di più nella vita. Per Giulia vi era in cima alle passioni il mare ed il surf ed è così che se ne è andata.

Può essere davvero una piccola onda di consolazione in questo oceano di dolore.
Un genitore non dovrebbe mai seppellire il proprio figlio.
Cara Giulia dai la forza a tua mamma, a tuo papà, ai tanti che ti amavano e ti volevano bene di riuscire a convivere con questo dolore.

«No rain, no flowers» così cantavi, senza pioggia non possono esserci fior

Il tragico incidente

Giulia Manfrini aveva solamente 36 anni. Una vita ricca di gioie, di cambiamenti repentini ma che l’hanno sempre fatta vivere nella massima felicità.

Da quando aveva lasciato Venaria, da neo laureata in Giurisprudenza - facoltà scelta per seguire le orme del padre Giorgio, noto avvocato civilista - per andare a vivere in Portogallo. Per coronare il suo doppio sogno: continuare a surfare con la tavola e, allo stesso tempo, fondare una agenzia di viaggi a vocazione sportiva, la «Awave Travel».

Per gli amici surfisti era «l’italiana dall’eterno sorriso». Quel sorriso che non si è spento neanche quando è morta, lo scorso venerdì 18 ottobre, mentre surfava nelle isole Mentawai, nell’Oceano Indiano, travolta da un pesce, una «aguglia», conosciuto per il suo becco corneo. L’ha colpita all’altezza del petto e, dopo aver chiesto aiuto, è stata portata a riva da Alexandre Ribas e Massimo Ferro, che l’hanno poi portata in un ospedale dell’isola, il centro sanitario di Pei Pei Pasakiat Taileleu, dove è poi spirata: troppo gravi le sue condizioni e per i medici non c’è stato nulla da fare. La ferita, di cinque centimetri, non ha lasciato scampo.

La notizia ha raggiunto la sua Venaria nel volgere di poche ore. Anche perché la mamma è molto conosciuta: è la dottoressa Chiara Pittarello, medico di base in pensione da pochi anni.

Non solo, era nipote di Carla Re, storica presidente del Coro Lirico Giacomo Puccini di Venaria.

Questo il ricordo di un'amica: «Tu con la tua tenacia e con la tua passione hai osato. Ed ora esigi che la vita ti faccia dono della tua rinascita. Si può rinascere in ogni momento se sappiamo vivere con il ritmo delle stagioni, del tempo, dell’amore, della natura. Il rinascere nelle sue varie forme di reincarnazione, resurrezione e trasformazione, ti riavrà in questo mondo e ci rincontreremo. Buon viaggio Giulia: il tuo sorriso ci accompagnerà tutti».

 

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali