L'intervista

In pensione uno dei dirigenti storici del Comune di Settimo

«Il mio primo giorno di scuola a Palazzo da dirigente, fu il primo marzo 2007. Ho svolto la professione per 24 anni prima di quella scadenza»

In pensione uno dei dirigenti storici del Comune di Settimo
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In pensione uno dei dirigenti storici del Comune di Settimo è l’architetto Antonello Camillo.

In pensione uno dei dirigenti storici

E’ stato tra coloro che sono stati protagonisti della «trasformazione” di Settimo, l’hanno vista cambiare, aprirsi a nuovi spazi e prospettive, diventare una città che, oltre alle industrie ha assunto anche una grande connotazione «verde» con tanti parchi e spazi pubblici per i cittadini.
Dopo tanti anni di lavoro per la città l’architetto Antonello Camillo ha raggiunto il prestigioso traguardo della pensione. Per questa ragione, durante l’ultima seduta del Consiglio comunale, l’Amministrazione lo ha voluto omaggiare. Un segno concreto di riconoscenza per il suo impegno per il territorio.

Tanti sindaci...

Per quasi quarant’anni ha lavorato negli uffici comunali di piazza della Libertà, molti dei quali da dirigente. Che Settimo ha trovato, dal punto di vista urbanistico, e che Settimo lascia?
«Il mio primo giorno di scuola a Settimo da dirigente, fu il primo marzo 2007. Ho svolto la professione per 24 anni prima di quella scadenza. La proposta mi venne fatta dall’allora sindaco Aldo Corgiat, che era più o meno a metà del suo primo mandato, chiedendomi la disponibilità ad occuparmi delle trasformazioni che proseguivano e che erano state avviate durante il mandato di Giovanni Ossola. Accettai di buon grado e con contentezza, perché conoscevo le persone con le quali avrei lavorato. Ho sempre lavorato per la pubblica amministrazione e mi interessava lavorare nella pubblica amministrazione. Ho trovato una Settimo che aveva avviato il suo cambiamento; fu un grandissimo momento quello in cui, in particolare, l’architetto Giuseppe Piazza, che intuì la potenzialità di alcuni programmi complessi, primo tra tutti il Prust, il programma per la riqualificazione e lo sviluppo sostenibile del territorio, di cui il sindaco Ossola intuì dal punto di vista amministrativo, le potenzialità, che cominciò ad avviare la trasformazione socio economica della città. Negli anni Settimo ha continuato a trasformarsi e per la gran parte lo ha fatto grazie alle Amministrazioni che si sono succedute. Le imprese hanno trovato terreno di ascolto, è stata avviata una trasformazione nel rapporto pubblico - privato, in cui il pubblico è regista di queste trasformazioni. Il Prust è stato l’innesco di quella stagione, che ha formato una classe politica ma ha formato anche i tecnici, nel rapportarsi con il soggetto privato. Quello della Pirelli è stato un esempio eclatante».

La variante generale

La variante generale al Piano regolatore, arrivata dopo 38 anni dalla sua prima apparizione, è stato il “dossier” che l’ha impegnata di più?
«E’ stato l’ultimo impegno di una lunga catena di modifica al Piano regolatore. Il dinamismo che Settimo ha saputo rappresentare tra interessi pubblici e privato, dove il termine interesse e nel suo termine positivo, ha fatto sì che la variante fosse la conclusione di questo percorso».
Quando guarderà al grattacielo ex Standa a che cosa penserà? Più al risultato finale o alla fatica burocratica per approvare il progetto in tutte le sue sedi?
«E’ stato un altro degli esempi di interventi di trasformazione avvenuti grazie a piani particolareggiati di iniziativa pubblica. A dimostrazione dell’impegno che le Amministrazioni che si sono succedute hanno voluto dare anche a quel ruolo di regia delle trasformazioni. Il ragionamento è stato sempre fatto di concerto con il soggetto privato. La ex Standa prima era un fatto esclusivamente privato. Il Piano ha avviato il percorso che prevedeva la valorizzazione della parte privata, ma anche l’individuazione di nuovi spazi pubblici, che prima non c’erano. Il discorso dalla ex Standa era inserito in una visione che vedeva il centro di Settimo sempre più percorribile e pedonalizzato. Era un disegno di Piano regolatore, questo. Che tipo di conclusione ci sarà non sono in grado di dirlo, è cambiato il mercato, sono cambiate alcune situazioni di contorno».

La città è cambiata

In tutti questi anni ha collaborato con sindaci che hanno cambiato il volto della città. Cosa porterà con sé dall’aver lavorato con loro?
«Tutte le Amministrazioni con cui ho lavorato fatto parte di una generazione che ha saputo interpretare i cambiamenti della città. La regia politica dei cambiamenti attuati è evidente. E’ stata costruita una visione e c’è stata la capacità di concretizzare questa visione. In questa città le Amministrazioni sono sempre state all’altezza del compito che si erano prefissati. Ce ne fossero».

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