Indagine

Settimo è una città a misura di disabile? Slalom tra ostacoli e barriere

Non mancano vie inaccessibili e poco praticabili per chi è costretto a muoversi in carrozzina ma c'è anche chi elogia i progressi fatti in questi anni

Settimo è una città a misura di disabile? Slalom tra ostacoli e barriere
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Settimo Torinese, una città a misura di disabile o una città che con la disabilità deve ancora prendere le misure? Non è un gioco di parole ma il punto di partenza dell'inchiesta che il nostro settimanale La Nuova Periferia ha condotto in occasione della dodicesima edizione della Giornata nazionale per promuovere l'abbattimento delle barriere architettoniche, celebrata lo scorso 6 ottobre.

Settimo è una città a misura di disabile?

In vista di questa importante ricorrenza, La Nuova Periferia ha raccolto alcune testimonianze per «valutare» l'accessibilità del territorio, trovandosi davanti a visioni e riflessioni profondamente diverse.

Senza esprimere sentenze o giudizi definitivi, ci limitiamo a riportare le sensazioni – e in alcuni casi, il malessere – di chi quotidianamente si ritrova a dover affrontare barriere fisiche che impediscono un passaggio sicuro o l’ingresso agevole in un luogo pubblico. Perché l'inclusione sociale di cui si sente tanto parlare nell'agenda politica nazionale e locale passa anche dalla possibilità di potersi muovere con facilità, senza che la carrozzina rappresenti un limite negli spostamenti di tutti i giorni.

I nemici: marciapiedi e buche

In quest'ottica, spesso, il processo di inclusione si scontra soprattutto con la manutenzione cittadina. Lo fa notare Marco, tra le voci più critiche rispetto allo stato del territorio. Le barriere architettoniche per lui sono marciapiedi e buche, ostacoli non solo fisici ma anche pericoli oggettivi per la sicurezza personale.

«Per quanto mi riguarda, per noi disabili è difficoltoso camminare per Settimo – ammette -. Ci sono marciapiedi talmente stretti in cui non riesci a passare, buche continue, strade rattoppate male che si riaprono alla prima pioggia. Chi è in un buono stato di salute, magari non ci fa caso ma chi ha problemi come me deve stare attento a non inciampare».

Le vie "peggiori"

Per Marco, c'è un lungo elenco di vie inaccessibili e poco praticabili per chi si ritrova su una carrozzina. Nella lista, cita «via Lombardia, Alpi Graie, il marciapiede verso l'Asl di via Leinì, le strade che portano al Conad e al Mercatò». Luoghi che il settimese frequenta con il costante timore di farsi male.

«Per fortuna, a volte qualche passo riesco ancora a farlo, ma chi è completamente paralizzato come fa?», domanda Marco, che definisce «invisibile» la categoria dei disabili. Uno stato d'animo che ha manifestato più volte, senza però mai trovare un effettivo riscontro nei fatti e negli interventi manutentivi. «Ormai, sono sfiduciato. Chi si occupa di manutenzione cittadina dovrebbe uscire dagli uffici e vivere la città – afferma -. Solo così si può rendere conto delle tante criticità presenti sul territorio. E mi dispiace dirlo, ma per noi disabili di iniziative concrete non ho ancora visto nulla».

"Situazione migliorata moltissimo"

Di un tenore completamente differente, invece, la testimonianza di Simone. «Io ho 31 anni, ma ho iniziato ad uscire in autonomia con la carrozzina che ne avevo circa 12. Da allora, Settimo è cambiata tantissimo – racconta -. Fino a 10 anni fa, vivendo a Borgo Nuovo, dovevo fare il sottopasso insieme alle macchine mentre ora ho un percorso in totale sicurezza e non ho problemi in termini di accessibilità. A parte solo in alcuni punti dove capita che ci sono siepi rigogliose che ostruiscono il passaggio».

"Le attività commerciali potrebbero fare di più"

Ma se, sotto l'aspetto della praticabilità, per Simone, Settimo rappresenta quasi un'isola felice non vale lo stesso sull'accessibilità ai negozi. «Per quanto riguarda gli esercizi commerciali, c'è da lavorare e ci sarebbe da fare una mappatura – fa notare Simone, impegnato anche con il Tavolo Peba -. Stiamo provando a raccogliere le segnalazioni per rendere Settimo accessibile al 100%. Io giro parecchio, ma qui non mi posso lamentare e vedo anche degli investimenti sulla tematica. Certo, magari ci sono delle zone periferiche in cui è più complicato muoversi, ma credo che se vivessi in un altro posto mi troverei molto peggio. Per questo, il mio giudizio è positivo».

Rimane più neutrale, invece, Cecilia che non critica ma neanche esalta l'accessibilità in una città in cui si può ancora migliorare tanto. Soprattutto nelle zone più decentrate. «Sul centro, non riscontro problemi – ammette -, ma mi preoccupano le strade secondarie. E anche le entrate difficoltose in alcuni negozi del territorio».

L'assessore

Intanto, riprenderà nel corso di questo mese il lavoro del Tavolo Peba che si concentrerà anche sulle barriere architettoniche all’ingresso delle attività commerciali. «Stiamo aspettando di avere i nuovi riferimenti politici – fa sapere Giancarlo Brino, assessore all’Inclusione – ma già il 16 ottobre terremo una prima commissione informativa a cui parteciperanno i tecnici e il comandante della Polizia Municipale. E poi, mi piacerebbe aprire la prima convocazione del Tavolo alle associazioni del territorio e a tutte le persone con fragilità. Per quanto riguarda i temi – conclude Brino –, stiamo cercando di capire se, rispetto ai soldi del Ministero, ci sono delle opportunità regionali per implementare il lavoro con gli operatori del commercio».

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