Un po’ di San Mauro anche alle Paralimpiadi: c’è Alessia Regis, ct della nazionale di judo

Un po’ di San Mauro anche alle Paralimpiadi: c’è Alessia Regis, ct della nazionale di judo
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Un po’ di San Mauro anche alle prossime Paralimpiadi di Parigi, che  sono iniziate  mercoledì 28 agosto. E il judo resta, in città, la disciplina principale da seguire. A guidare la nazionale Paralimpica, come ct, infatti, è la sanmaurese Alessia Regis.

Un po’ di San Mauro anche alle Paralimpiadi: c’è Alessia Regis, ct della nazionale di judo

Il cognome Regis, nel judo, a livello nazionale, è una garanzia assoluta. La stessa Alessia, infatti, e il fratello Andrea, nella loro carriera agonistica vantano diversi titoli nazionali ed internazionali. A pochi giorni dalla partenza per Parigi (sarà il 2 settembre, in quanto il judo sarà una delle ultime discipline protagoniste alle Paralimpiadi, il 6 e 7 settembre), Alessia Regis racconta con entusiasmo tutto il percorso che insieme agli altri tecnici dello staff ed gli atleti, l’ha portata all’appuntamento paralimpico.

Il racconto

«La mia esperienza come ct nasce circa tre anni fa, quando mi è stato proposto di lavorare con i ragazzi ciechi ed ipovedenti. Nell’immediato la mia prima sensazione è stata quella di non essere pronta per un’esperienza di questo tipo, ma poi pensandoci, ho richiamato il Direttore tecnico che me l’aveva proposto ed ho accettato. L’impatto è stato immediatamente fantastico. Sono partita con tutte le mie ansie, poi mi sono trovata subito a mio agio. Ho imparato a rapportarmi con i ragazzi e insieme abbiamo trovato la giusta sintonia». Il judo paralimpico è inserito all’interno della Fispic, la Federazione Italiana Sport Paralimpici Ipovedenti e Ciechi. «I ragazzi sono pazzeschi. Non potendo contare sulla vista hanno sviluppato in modo particolare tutti gli altri sensi. Sono talmente bravi che alcuni di loro, se non sai che sono ciechi, fai addirittura fatica ad accorgetene. A differenza del judo che si vede alle Olimpiadi, i ragazzi della nostra nazionale cominciano già il combattimento con la presa al judoji impostata e al via dell’arbitro, che durante l’incontro ha anche il compito di indicare agli atleti la posizione in cui si trovano sul tatami, cercando di impostare proprio le loro prese migliori, per raggiungere la vittoria». A Parigi la squadra azzurra avrà 5 rappresentati, 3 tra i non vedenti (categoria J1) e 2 tra gli ipovedenti, che invece fanno parte della categoria J2. I componenti della squadra sono Matilde Lauria (J1, categoria -70 kg); Carolina Costa (J2, categoria +70 kg), che è stata già bronzo alle Paralimpiadi di Tokyo; Dong Dong Camanni (J1, categoria -73 Kg); Valerio Teodori (J1, categoria -90 Kg); Simone Cannizzaro (J2, categoria-90 Kg). Insieme ad Alessia Regis lo staff azzurro è composto dal direttore tecnico Silvio Tavoletta e da altri due coach: Francesco Faraldo e Fabio Martellacci.
«A livello personale - prosegue il racconto di Alessia regis - l’euforia è tanta. Non sono riuscita a raggiungere le Olimpiadi da atleta, pur avendo gareggiato ad alto livello, ed esserci riuscita da atleta è per me motivo di orgoglio. Non vedo l’ora di partire».
Le ambizioni di medaglia, anche a Parigi, ci sono, ma per scaramanzia, al momento è meglio non parlarne. «Anche perché le gare di judo e un appuntamento così importante come quello della Paralimpiade, rappresentano sempre un momento particolare, e può capitare che le cose non vadano come uno aveva preventivato. Quello che posso dire è che in questi anni abbiamo fatto un percorso molto importante, i ragazzi che si sono qualificati per le Paralimpiadi si sono preparati al meglio. Dunque, faremo il possibile per raggiungere il miglior risultato alla nostra portata. Il livello sarà decisasmente alto. Nel mondo Paralimpico le nazioni “regine” in questa disciplina sono il Brasile, la Cina e anche l’Ucraina ha una nazionale molto forte».

Gli allenamenti

«Quello di un atleta ipovedente è molto più simile a quello del judo olimpico, mentre per quanto riguarda la categoria dei ciechi, compito dell’allenatore deve essere anche quello di indicare ai ragazzi quella che è la loro posizione sul tatami. Il percorso di qualificazioni per le Paralimpiadi è molto simile a quello del Judo olimpico. I ragazzi, sin dal periodo post Tokyo, hanno partecipato a diversi Gran Prix, con l’obiettivo di guadagnare più punti possibili, utili proprio a raggiungere un posizionamento nel ranking utile a ottenere il pass per Parigi». Dal 19 al 25 agosto la nazionale italiana Paralimpica di Judo ha affinato la sua preparazione a Valencia, in Spagna, per poi fare rientro in Italia, in vista della partenza per la Francia, il 2 settembre.

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