Addio a Bruno Garzena, il «Falco di Venaria»
È morto a fine luglio a Druento, in una casa di riposo, alla veneranda età di 91 anni dopo una vita alla Juventus
Due scudetti e due Coppe Italia e un grandissimo amore per la sua Juventus. Questo e molto altro era Bruno Garzena, da tutti conosciuto come il «Falco di Venaria».
Addio a Bruno Garzena, il «Falco di Venaria»
Un soprannome figlio della sua rapidità nell’intercettare i palloni in fase difensiva. E nel marcare, facendo fare loro brutta figura, campioni del calibro di Pelé.
Garzena è morto a fine luglio a Druento, in una casa di riposo, alla veneranda età di 91 anni.
Nato il 2 febbraio 1933, Garzena era cresciuto nelle giovanili della Juventus, dove entrò grazie a un provino nel dopoguerra, spinto dagli amici e dopo aver trovato il suo oratorio chiuso. Un vero e proprio segno del destino.
Duro ma corretto, con la sua Juventus disputò 181 gare con la maglia bianconera. E, soprattutto, avendo l'opportunità di giocare con campioni del calibro di Sivori, Charles e Boniperti.
Per Boniperti era "l'archetipo del terzino"
Come scrive la Juventus sul proprio sito internet, un «monumento sacro» come Giampiero Boniperti lo aveva definito «l'archetipo del terzino». Ma lui amava raccontarsi così: «Non ero un fuoriclasse, nella Juve ce n'erano altri. Io dicevo al mio avversario "Tu oggi non ti diverti" e poi giocavo la mia partita».
«Abitavo con i miei genitori in corso Vercelli, avevamo un negozio in via Rondissone. Sì, lo so, stavo dall’altra parte della città. Ma venire in bicicletta fino in Piazza d’Armi, dove all’epoca ci si allenava, era un gioco. Non tenevo nemmeno le mani sul manubrio ed avevo una scarpa diversa dall’altra, eravamo appena usciti dalla Guerra Mondiale…», aveva spiegato in una intervista, dove spiegò come il suo idolo fu Virginio Rosetta (nella foto con lui), il terzino della Juve del Quinquennio d'Oro.
Alessandria, Vicenza, Modena, Napoli e Ivrea le altre tappe della sua carriera calcistica. Condita anche da una presenza in Nazionale.
Le parole del sindaco Giulivi
«Per chi ha qualche capello bianco in testa ed è tifoso della Juventus o è un appassionato di calcio, questo nome e cognome porta alla mente imprese di un'epoca calcistica che non c'è più. Alla famiglia le più sentite condoglianze da parte mia e di tutta la Città di Venaria Reale», lo ricorda con affetto il sindaco Fabio Giulivi.
Garzena, che lascia i figli Alex, Ciotti e Gaya con le loro famiglie, fino all’ultimo ha dichiarato di essere «innamorato della Juve» e fino a quando ha potuto l’ha seguita dalla tribuna.