L'odissea di Cecilia per la carrozzina: "La prima barriera per noi disabili è la burocrazia"
La settimese al centro di una diatriba con l’Asl: si è infatti vista costretta a riconsegnare i propri ausili al «cambio» della residenza
«Lettera aperta a chi può prendere decisioni». Inizia così la lettera di Cecilia Alfier, 31 anni, con un'invalidità riconosciuta al 100%.
L'odissea di Cecilia per la carrozzina
Cecilia, dipendente pubblico e scrittrice, vive a Settimo e ci racconta un un vero e proprio calvario iniziato qualche anno fa, nel momento in cui dal Veneto si trasferisce sotto la Torre.
"Uso una sedia a rotelle per spostarmi, anzi ne uso due e questo, anche se è difficile crederlo, sarà gran parte del problema – scrive Cecilia -. La legge dice che devo restituire gli ausili che sono proprietà dell'Asl di residenza, anche se questo di fatto lede la libertà di movimento. A giugno del 2022, ho effettuato il cambio di residenza dal Veneto al Piemonte, procedendo in accordo con le Asl e gli assistenti sociali di entrambe le Regioni. Nonostante ciò, ho ricevuto comunicazioni spesso errate e richiesta di recupero degli ausili, nello specifico tre carrozzine, a cui mi sono prontamente opposta".
"Gli operatori - prosegue il racconto - pretendevano che dal Piemonte fossi io stessa a recarmi in Veneto per riconsegnare gli ausili, senza averne altri in sostituzione. Non era gravoso il viaggio in treno, ma la richiesta mi ha gettato nello sconforto totale. Mi viene “concessa”, per bontà d’animo, una data di scadenza per il ritiro delle carrozzine che è il 31 ottobre 2022. Peccato che la prima data disponibile nella mia Asl di residenza per la visita di prescrizione è a febbraio del 2023, nonostante io abbia avvisato della gravità della situazione. Mi sono mobilitata immediatamente per richiedere nuovi ausili, facendo affidamento ad una fisiatra e all'Asl piemontese".
"Tanti ostacoli burocratici"
E le difficoltà continuano: "Ho incontrato ostacoli burocratici nella prescrizione e approvazione di nuovi ausili, complicazioni nella comunicazione con le Asl e risposte inadeguate alle mie legittime esigenze. Mi viene assegnata la carrozzina elettrica Mc1 Major Light, ma non la carrozzina super-leggera", si sfoga Alfier, puntualizzando che la dicitura super-leggera non è un capriccio ma una strumentazione "indispensabile per utilizzare automobili normali per i miei spostamenti, per accedere a tutti quegli edifici che ad oggi non sono ancora in grado di gestire la presenza di carrozzine elettriche più pesanti".
La lotta per avere il macchinario adeguato alle sue necessità prosegue. "Scopro l’esistenza di una normativa che impone di dare la super leggera solo a chi studia/lavora. Scusatemi e gli altri? Molte persone con disabilità rimangono inattive per lunghi periodi, per motivi indipendenti dalla loro volontà. Se poi l'Asl ci rende difficili anche gli spostamenti più semplici, l’isolamento sociale si fa più grave. Ma insomma, sei disabile no? È già tanto se ti muovi per lavoro o per studio, vuoi pure divertirti o essere felice? Ma dai, su! La soluzione è cambiare la normativa. Usciamo da questa mentalità assistenzialista e cerchiamo magari di perseguitare gli evasori fiscali, invece dei disabili che hanno la malsana idea di cambiare regione di residenza", polemizza Cecilia prima di formalizzare alcune richieste.
"La mia autonomia costantemente messa a rischio"
"Voglio sottolineare come la mia autonomia e la capacità di vivere una vita normale siano costantemente messe a rischio da procedure inefficaci e da una burocrazia talvolta insensibile. La 'carrozzina super-leggera' – ribadisce -, essenziale per i miei spostamenti, è diventata simbolo delle difficoltà incontrate: prescritta in modo inappropriato, con una giustificazione che ignora le reali necessità di una persona disabile. Richiedo con urgenza che si proceda alla revisione delle procedure attuali, si correggano gli errori commessi e si instauri un dialogo costruttivo per garantire che le mie esigenze, come quelle di tutti i cittadini con disabilità, siano rispettate e soddisfatte. Queste normative sono, a mio avviso, la cosa peggiore del vivere con la paresi spastica. Per quanto strano e folle vi possa sembrare, io amo la mia condizione, perché le sfide mi attraggono, mi ritengo una bellissima donna".
"Ma il sistema di norme mi rende impossibile, in certi frangenti, l’esistenza materiale e serena. Quando ho cominciato, contro la mia volontà, l’iter per cambiare gli ausili avevo 29 anni, ora ne ho 31, attendo un’altra autorizzazione dell'Asl e spero che fili tutto liscio, sapendo che ho diritto alla super leggera solo per il mio contratto di lavoro. Volete che io non richieda la super leggera? - domanda - Costruitemi una città interamente senza barriere architettoniche, dove la Mc1 possa arrivare ovunque, anche dentro gli edifici, dove i taxi e i mezzi pubblici siano tutti attrezzati a un prezzo consono o gratuiti, poi ne parliamo».