Se la scelta è tra pagare le bollette e mangiare: cresce l'emergenza povertà
I dati di Caritas, San Vincenzo, Cisa ed Emporio solidale raccontano un aumento delle situazioni di difficoltà
Un ruolo importante, in termini di sostegno alimentare, lo continua a svolgere la Caritas di Settimo, come si evince dalle oltre duecento famiglie del territorio prese in carico che hanno come punto di riferimento i locali della parrocchia San Vincenzo.
I dati della Caritas di Settimo e i servizi in campo
«Abbiamo chiuso il 2023 con 235 nuclei sostenuti che serviamo sotto l'aspetto dell'erogazione di una spesa completa con alimenti che ritiriamo nei supermercati quotidianamente e parliamo di circa 10.000 kg di alimenti recuperati», illustra Pasquale Dell’Aquila, referente della Caritas cittadina, che racconta la nuova strada del cibo «recuperato e ridato alle famigliee».
Insomma, la Caritas continua a svolgere una funzione strategica sul territorio per quanto riguarda le nuove povertà alimentari, soprattutto a fronte di una domanda crescente. Ma, oltre l’erogazione di una spesa completa, la Caritas è presente con il sostegno ai nuclei familiari settimesi anche con due forme ulteriori di aiuto.
«Un'altra via per raggiungere le famiglie è la donazione di spese attraverso il frigo di comunità, cioè la condivisione di quelle eccedenze tra cui ortofrutta e cibi freschissimi – prosegue -. Gli alimenti che recuperiamo e ci sono donati vengono rimessi in circolo e segnalati dal centro Casa Betania, l’unico polo di ascolto nella riorganizzazione di Caritas, con cui si decide quale strada far percorrere alla famiglia e quindi se la spesa completa o il frigo di comunità che, per noi, è una porta aperta sulla condivisione».
E poi, c’è la forza della comunità attraverso dei contributi elargiti dai cittadini direttamente attraverso telefono. «Infine, l'altro strumento si chiama Tucum, ovvero un'app scaricabile su Iphone e Android a cui ci siamo associati da circa un anno che fornisce molteplici possibilità: permette, ad esempio, di poter fare una donazione in maniera smart e veloce ad uno dei circuiti Caritas, tra cui quello di Settimo. Il principio è quello dell'economia sospesa, un po’ come avviene con il caffè. Si fa una donazione, si decide di farla arrivare a quella realtà che, attraverso Casa Betania, ha la possibilità di erogare una carta prepagata sulla quale vengono caricati crediti spendibili in un circuito di esercizi commerciali al dettaglio. In questo modo, lo strumento diventa una forma di economia circolare e di sostegno anche ai negozi di vicinato e al commercio locale», ha analizzato Dell'Aquila.
Chi sono gli utenti
Il referente settimese, dopo aver raccontato l’anno 2023, si è soffermato anche sul tipo di famiglie che si rivolgono a Caritas e su una richiesta che – stando ai primi dati del 2024 – sembra in leggero aumento rispetto agli anni scorsi, complice probabilmente l'abolizione del reddito di cittadinanza e l'aumento dei prezzi dei beni primari. In questo scenario economico, diventa difficile identificare le nuove povertà e i nuclei indigenti, le cui caratteristiche sono sempre più trasversali.
«Le famiglie che si rivolgono a Caritas sono molto differenti. La maggior parte di loro hanno figli, ma ci sono anche molte persone di una certa età e diverse situazioni di solitudine in cui con pensioni minime si fa fatica a fare la spesa o a pagare le utenze domestiche. È un cane che si morde la coda», riflette Dell'Aquila, ragionando anche su alcune situazioni di povertà radicate da tempo e da cui non è così semplice uscire. Tra bollette e spese alimentari, infatti, la coperta è sempre più corta e il rischio è quello di non trovare nel breve tempo una via di uscita da una vita precaria.
«Di fondo – spiega Dell’Aquila – c'è un malessere che deriva dal fatto che si fatica a reperire le risorse e anche a gestirle. Ci sono molte famiglie che, in questi anni, si sono incancrenite nella situazione di povertà e faticano ad emergere o a reinserirsi nel mondo del lavoro. Negli ultimi tempi, poi, ci sono due temi scottanti che sono il lavoro e riuscire a mantenere la casa. Non a caso, il sentore è di un lieve aumento di richieste a Caritas – conclude -. Siamo in un tempo post pandemico in cui, purtroppo, si fa molta fatica a farsi bastare quello che si guadagna».
L'emporio solidale
Un importante strumento di contrasto alle nuove povertà continua ad essere l'Emporio Solidale, il progetto nato durante il periodo della pandemia e frutto di una coprogettazione tra Fondazione Comunità Solidale, Comune di Settimo, Casa dei Popoli e diverse realtà del territorio, tra cui Croce Rossa, cooperativa Il Margine, Cisv e cooperativa Fa Bene. Sono 153 i nuclei attualmente in carico all'interno di un percorso in cui sono le persone «a fare la spesa».
L'Emporio, collocato accanto all'Ecomuseo del Freidano, funziona infatti come un piccolo supermercato in cui i beneficiari scelgono i prodotti di cui hanno bisogno e il pagamento avviene attraverso una card su cui sono caricati i punti. Nel dettaglio, da maggio 2022 al 31 dicembre 2023 sono stati distribuiti oltre 300 quintali di derrate alimentari e i 153 nuclei in carica contano 439 persone complessive, di cui oltre la metà di età compresa tra i 16 e i 64 anni.
«L'Emporio è una risposta nuova alle nuove povertà che sono emerse dalla crisi che si è creata nel post pandemia ma soprattutto da quella che si verrà creare in questo momento sia per quanto riguarda la "botta" energetica e sia per l'abolizione del reddito di cittadinanza», commenta Angelo Barbati, assessore alle Politiche Sociali, confermando la funzione strategica di uno strumento che consentirà di rispondere anche a «queste nuove situazioni di povertà che sicuramente ci faranno avere tantissime famiglie in crisi».
«Siamo partiti con 110 famiglie indicate dai servizi sociali e poi abbiamo fatto un bando pubblico per implementare questo numero. L'aspetto positivo è che circa il 10% di queste persone, dopo un annetto, si sono tolte dal servizio e questo vuol dire che l'obiettivo primario di dare un sostegno per aiutare le famiglie a superare quel momento difficile è servito e infatti abbiamo avuto un'uscita di persone che si sono sistemate. A seguito dell'assenza del reddito, è subentrata l'esigenza di avere più famiglie e adesso abbiamo quasi 200 nuclei», spiega Barbati, identificando come identikit dei nuovi poveri soprattutto donne con bambini».
I dati del Cisa negli altri comuni
Per fotografare quella che è, oltre a Settimo, la situazione sul resto del nostro territorio, bisogna fare riferimento all’analisi dei dati del Cisa, il Consorzio intercomunale socio assistenziale che è di riferimento peri Comuni si San Mauro, Castiglione, Gassino, San Raffaele Cimena, Sciolze, Rivalba e Cinzano.
Un territorio complessivo che conta complessivamente 40462 abitanti (numero relativo a fine 2023), di cui San Mauro con i suoi 18581 residenti, rappresenta la «fetta» più rilevante.
Rispetto al bienni 2020 - 2021, in cui l’emergenza legata al Covid ha fatto letteralmente «esplodere» molte situazioni di disagio, oggi non si è tornati ai numeri del 2019 (periodo pre pandemia), ma i dati, comunque sono in calo.
Stando ai dati del Cisa relativi al 2022, il numero dei nuclei familiari presi in carico dal Consorzio era pari a 1659 (Nel 2021 erano 1917). Se si considera il numero dei cittadini negli ultimi quattro anni, la sequenza dal 2019 al 2022 conferma in maniera assolutamente chiara come tra il 2020 ed il 2021 i numeri siano assolutamente «schizzati», ed ora, anche se di poco, stiano tornando a scendere. Nel 2019, infatti, i cittadini in carico al Consorzio erano 2969, passati a 4470 nel 2020 e saliti ancora a 4725 nel 2021, per poi iniziare a scendere dal 2022 (4061).
La spesa registrata, nell’anno 2022, è stata pari ad 189.822,88 euro, contro i 321.434,81 dell’anno precedente. Il decremento è dovuto ad una riduzione della domanda, da un lato, ma anche del budget messo a disposizione dal Consorzio, dall’altro, che è stato considerevolmente ridotto, in considerazione del tasso di popolazione beneficiaria della misura nazionale di sostegno al reddito, ovvero del Reddito di Cittadinanza.
Anche dall’analisi dell’andamento dei dati relativi ai cittadini percettori di reddito di Cittadinanza si percepisce come, dal 2021 al 2022 la situazione sia andata comunque a migliorare. Se, infatti, nel 2021, da San Mauro a Cinzano erano complessivamente 223 i cittadini che usufruivano del Reddito, l’anno successivo sono scesi a 164.
La San Vincenzo a San Mauro
«Ogni buon cristiano coltiva la carità per vocazione. Fare beneficenza significa trasformare la liturgia cristiana in pratica, importante da sottolineare prima di parlare di dati». Partono da questa premessa il diacono Roberto Porrati e la presidente del distaccamento locale della San Vincenzo de Paoli, Maria Grazia De Angelis, che insieme ad una ventina di volontari amministrano le opere di carità per l’Unità pastorale sanmaurese. Un’organizzazione che distribuisce mensilmente 120 pacchi alimentari ma che non riuscirebbe a farlo senza l’esercizio di fede, e quindi di carità, di tutti i parrocchiani.
"Sarà un anno duro e chiederemo aiuto ai parrocchiani"
L’organizzazione ha visto un timido ma significativo aumento di richieste di assistenza sul finire del 2023, in concomitanza con la sospensione del reddito di cittadinanza. E c’è una certa preoccupazione per l’anno appena iniziato. «Lavoriamo con un budget di 250 euro a famiglia, da spalmare sull’anno e ci sono famiglie che lo hanno già impiegato quasi tutto in questi primi giorni di gennaio. Sarà un anno davvero duro» affermano. Ragione per cui, oltre all'8 per mille e alle raccolte “spot”, «Si chiederà a tutti i parrocchiani di contribuire alle opere di carità, sensibilizzando le persone a centrare lo scopo della nostra chiesa, fondata su liturgia e beneficenza. Il 90% del lavoro che comporta la carità, infatti, è spiegare i tanti perché dietro essa». Questo sforzo collettivo prenderà corpo «In una sorta di “adozione di vicinanza”, cioè un versamento di una cifra ogni mese, che la parrocchia devolverà poi alle famiglie bisognose».
Le richieste di assistenza, in questo senso, provengono principalmente da nuclei italiani, circa l’80% dei sanmauresi aiutati dalla San Vincenzo. Cittadini ai quali l’associazione elargisce anche parole di conforto e indirizzi circa le possibilità messe in campo dal Governo Meloni per gli ex percettori di reddito di cittadinanza. «Abbiamo parlato dei corsi di formazione che garantiscono la cifra di 350 euro al mese ai frequentatori. Il problema è che le scuole che li impartiscono sono oberate di lavoro ed i posti per accedervi si liberano alla spicciolata. Inoltre abbiamo spiegato come accedere al reddito di inclusione sociale».