Il giallo

Omicidio di Venaria: senzatetto ucciso a colpi di pistola dopo una lite

Mentre continuano le indagini sono emersi nuovi dettagli, a partire dall'arma del delitto

Omicidio di Venaria: senzatetto ucciso a colpi di pistola dopo una lite
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I fatti si sono verificati lo scorso venerdì 19 gennaio.

Ecco come li racconta il settimanale La Nuova Periferia in edicola da oggi, martedì 23 gennaio.

Omicidio a Venaria

Dai cinque ai sette colpi di pistola a bruciapelo. Al torace, alla schiena, al polpaccio e alla gamba. Così è stato ucciso, nel pomeriggio di venerdì 19 gennaio, Margin Wojciechowski, un 43enne senza fissa dimora di nazionalità polacca che da tempo aveva trovato un riparo in una baracca vicino allo Stura a Venaria, a ridosso del ponte della ferrovia, dopo la Magneti Marelli e gli orti.

Una zona decisamente distante dal centro abitato della Reale e che sta portando i Carabinieri della Compagnia di Venaria e del Nucleo investigativo del comando provinciale di Torino a vagliare, con molta attenzione, le telecamere di videosorveglianza presenti nella Reale.

Al momento, infatti, l’unica certezza è che la morte sia avvenuta dopo un pesante litigio tra Margim ed un altro uomo, forse un senzatetto come lui. Un litigio in un bar del centro cittadino, a poche centinaia di metri dalla Reggia.

L'arma

Anche sull’arma utilizzata per uccidere il 43enne c’è stata una svolta solo dopo l’autopsia. Perché sulle prime anche il medico legale dell’Asl To3 aveva ipotizzato, quale causa della morte, il ripetuto uso di un punteruolo o di un coltello.

I militari ora non solo dovranno cercare l’autore ma anche l’arma, che nel frattempo potrebbe essere stata gettata chissà dove.

Nel frattempo, però, la procura di Ivrea - che coordina l’indagine - vuole fare luce non solo sul diverbio avvenuto nel pomeriggio di venerdì ma anche sulla vita di Wojciechowski, da tutti conosciuto come «Marco».

Quella donna trovata morta quasi un anno fa

Anche sui possibili collegamenti con la morte di una donna di 50 anni polacca, senza fissa dimora ma domiciliata a Torino, nel marzo 2023 in bealera a Mappano, e con la quale aveva avuto una relazione.

La donna, infatti, avrebbe più volte segnalato il 43enne per violenza ma lui non venne mai indagato per la morte della 50enne.

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