la testimonianza

«L’esperienza come volontaria all’hotspot di Lampedusa»

Un’operatrice del Comitato della Croce Rossa di Gassino e Sciolze è stata impegnata nella logistica

«L’esperienza come  volontaria all’hotspot di Lampedusa»
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Anche la Croce Rossa di Gassino è stata presente, di supporto, alla gestione dell’emergenza all’hotspot di Lampedusa per la gestione relativa all’arrivo dei profughi.
Lo ha fatto grazie alla disponibilità di un volontario, che ha voluto rimanere anonimo per sottolineare prima di tutto il valore del servizio piuttosto che l’evidenza della persona che lo ha compiuto.

Ecco la sua testimonianza

«Dopo un anno dal ottenimento della certificazione come Volontaria della Croce Rossa Italiana a Gassino Torinese, con la qualifica di Operatore per l’Emergenza, e grazie al supporto del mio Delegato Locale di Protezione Civile Samuele Maccario, su autorizzazione del mio Presidente del Comitato di Gassino Torinese - Sciolze Luciano Perin, ho potuto partire come Volontaria per l’hotspot di Lampedusa, come supporto alla logistica. La Croce Rossa Nazionale svolge un ruolo fondamentale nella gestione logistica dell’hotspot di Lampedusa. La logistica coinvolge la gestione e la distribuzione di risorse, il coordinamento delle attività e si assicura che le necessità di base dei migranti e dei rifugiati siano soddisfatte in modo efficace, al fine di permettere alle autorità competenti la registrazione dei rifugiati nelle migliori condizioni possibili per poterli smistare nei centri di accoglienza. Queste attività possono includere: fornitura di beni di prima necessità, come cibo, acqua potabile, vestiti e coperte; organizzazione dei trasporti per spostare le persone all’interno o all’esterno dell’hotspot; coordinamento delle attività di assistenza medica e psicologica. Il ruolo del Volontariato risiede in queste attività.  L’accoglienza dei migranti a Lampedusa, può comportare diverse sfide e difficoltà psicologiche per i volontari e gli operatori umanitari. Alcune delle difficoltà psicologiche comuni possono includere: disagio emotivo: i rifugiati che arrivano sono traumatizzati, dalle condizioni del viaggio e da diversi altri eventi di vita personale. Per i Volontari ed altri operatori è sempre uno shock vederli arrivare su queste barche ed ascoltare i racconti di esperienze traumatiche che spesso sono impensabili per chi è nato e cresciuto dal lato fortunato del mondo. Ci tengo a  dire che quando mi sono sentita male dopo aver ascoltato alcuni racconti, ho trovato subito un supporto adeguato e molto efficace dai colleghi. Le barriere linguistiche e culturali possono essere una sfida che può portare a frustrazione e stress. Per me la più grossa sfida è stata quella di superare il sentimento di impotenza nel fronteggiare le enormi sfide legate alla migrazione ed alla complessità delle situazioni dei migranti e della gestione di esse. Al ritorno dalla missione, il nostro Comitato aveva organizzato un de briefing, che mi e stato utile per raccontare i miei sentimenti, per aiutarmi a riflettere sull’esperienza, identificare le lezione apprese e migliorare, spero, le future missioni. La preparazione ed il supporto post-missione sono fondamentali per garantire che i Volontari possano continuare a svolgere il loro importante lavoro in modo efficace e sostenibile. Detto questo vorrei ringraziare tanto il supporto della Croce Rossa del mio Comitato di Gassino Torinese - Sciolze, e tutti i miei colleghi, che mi hanno permesso di vivere questa importante avventura».

Le congratulazioni del presidente Perin

«Devo dire - ha commentato il presidente del Comitato della Croce Rossa di Gassino Luciano Perin - che per noi è stata una bella soddisfazione avere avuto una volontaria che ha vissuto in prima linea questa esperienza. A lei naturalmente vanno i nostri complimenti».

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