Caos piscina, lettera del Comune alla «Torino 81»
Per intimarne la riapertura nel mese di settembre
Una lettera per intimare la riapertura della piscina Gramsci di San Mauro Torinese alla società Torino 81, gestore della struttura ancora per il mese di settembre. Così intende procedere l’Amministrazione comunale, dopo il sopralluogo tenutosi il 5 settembre nell'impianto natatorio di via del Porto, chiuso dal 12 agosto. All’ispezione erano presenti il presidente della Torino 81, Paolo De March, il manutentore della società e una ditta specializzata incaricata dal Comune, la stessa che ha già eseguito diverse opere di manutenzione straordinaria alla vasca nel corso del mese di agosto. Nel focus una copiosa perdita dalle vasche, ha spiegato nella serata di lunedì 4 settembre l'assessora allo Sport Daisy Miatton, parlando ai componenti della terza commissione consiliare. «L'attuale gestore sta elencando una serie di anomalie e criticità per cui l'impianto non può venire aperto. Una ditta specializzata da noi incaricata aveva già eseguito manutenzioni straordinarie in agosto. Il gestore, tuttavia, ha evidenziato una copiosa perdita in entrambe le vasche». Perdita che, il 5 settembre, «La ditta da noi incaricata non ha riscontrato. L’impresa ora produrrà una relazione in cui attesterà l’assenza di anomalie. In seguito invieremo una lettera alla Torino 81, per intimare la riapertura. Probabilmente manca, da parte loro, l'interesse ad aprire per il mese di gestione che resta» si è ritrovata a constatare Miatton. «Se il disservizio di protrarrà valuteremo con la gestione subentrante la possibilità di prorogare gli abbonamenti».
Caos piscina, lettera del Comune alla «Torino 81»
Sempre con Torino 81 è in corso una mediazione legale «Per aver svolto lavori di carattere straordinario, da contratto in capo al Comune, ma senza avercelo prima comunicato - proseguono l’assessora e la sindaca Giulia Guazzora -. A fronte di ciò chiedono ora un ristoro di 97 mila euro, ma è nostra intenzione sottoporre la valutazione ad un perito». Proprio su questo punto Comune e Torino 81, entrambi accompagnati dai propri legali, si sono accordati il 7 settembre, con l’obiettivo di riaggiornarsi a perizia conclusa il prossimo 16 ottobre. Se la mediazione non risolverà in maniera consensuale, l’orizzonte è quello di una nuova causa. Uno scenario che, quasi avessero avuto la palla di cristallo, i consiglieri di minoranza avevano profetizzato già in tempi non sospetti, memori delle vicissitudini che hanno segnato in negativo il passato della piscina. La prima a rivangarlo è stata Paola Antonetto, capogruppo di Fratelli d'Italia. «Questa piscina ha subito mille traversie per riaprire, eppure da agosto è di nuovo chiusa, periodo in cui poteva fornire invece un importante servizio alla comunità. Forse la gestione della Torino 81, decantata a suo tempo come fantastica, tanto fantastica poi non era. Specie considerando, dalle parole che ho sentito questa sera, che probabilmente neppure a settembre l'impianto riaprirà, e che abbiamo affidato l'incarico ad un legale per capire la legittimità dei 100mila euro da loro richiesti». Critico anche il consigliere della Lega Roberto Pilone. «Vi avevo avvisati di prestare attenzione. A mio avviso non serve alcuna mediazione. Se gli attuali gestori hanno fatto dei lavori che spettavano al Comune senza autorizzazione allora non siamo tenuti a corrispondergli nulla. Piuttosto si vada in causa» ha affermato.
Dubbi anche sulla futura gestione pluriennale. L’assessora Miatton ha reso noto che reso noto il nome del nuovo gestore, la società Vo2, senza entrare però nel dettaglio dell’offerta da loro presentata e sostenendo che il Comune dovesse ancora riceverla. Il contentuto dell’offerta, tuttavia, è già comparso su giornali locali e quotidiani, scatenando le ire dei consiglieri di minoranza. «Quando finirà questa mancanza di rispetto verso i consiglieri - afferma Antonetto a posteriori -? Se i dettagli dell’offerta sono stati divulgati ai giornali è inaccettabile che non ne siano stati messi al corrente i membri del Consiglio». A lanciare un monito anche il capogruppo della civica Due Ponti Riccardo Carosso. «Le criticità di una gestione ponte le avevo evidenziate subito, e ora sono emerse. Il desiderio di accontentare i cittadini riaprendo immediatamente l'impianto andava accantonato per ragionare su un progetto diverso. Mi aspettavo più coraggio anche da questo bando, e invece non l'ho visto. Continuiamo ad ingolfare i gestori chiedendo benefit, come scontistiche e l’uso gratuito per le scuole, anziché puntare a gestioni economicamente sostenibili. Dobbiamo aprire gli occhi». «Il fatto che un solo soggetto abbia partecipato al bando non è un buon risultato - ha concluso poi Pilone –. Significa che l'immobile non è appetibile e che dobbiamo investire di più per renderla un fiore all’occhiello».
Il pensiero di De March
Sul capitolo piscina Gramsci ha detto la sua anche Paolo De March, presidente della società Torino 81, gestore sino a fine mese dell’impianto. Proprio De March, nelle scorse settimane, ha elencato all’Amministrazione comunale una lunga lista di magagne, sistemate le quali è subentrata un’importante perdita. «7mila litri d’acqua al giorno, di cui non si riesce a stabilire la provenienza – spiega l’entità del problema –. Un spreco di risorse oltre che un danno per l’ambiente, trattandosi di acqua clorata». Il sopralluogo fissato lo scorso martedì, 5 settembre, non ha portato però ad un dunque. «Siamo ancora in attesa del resoconto dell’ispezione e della programmazione dei lavori da parte dell’Amministrazione, interventi necessari ed indispensabili», senza i quali, dichiara, «La piscina non potrà riaprire». Per quanto riguarda la mediazione legale in corso, invece, commenta stringato: «Abbiamo eseguito manutenzioni straordinarie urgenti per 97mila euro, sulla base di autorizzazioni verbali da parte del Comune. Ora ci ritroviamo nella difficoltà di vederci riconosciute queste spese».