Emergenza cinghiali, interverrà l'Esercito: la soddisfazione di Coldiretti Torino
"Servono strumenti eccezionali, il semplice sforzo dei cacciatori è sembrato subito come svuotare il mare con un secchiello"
Il Governo ha deciso: per fermare l’epidemia del virus della peste suina africana dei cinghiali interverrà l’Esercito. La decisione presa da Vincenzo Caputo, commissario straordinario per l’emergenza, e dai ministri Lollobrigida e Crosetto, trova d’accordo Coldiretti.
Il commento di Coldiretti Torino
«Fin dall'inizio dell'esplosione dell'epidemia da peste suina africana, era evidente che le forze messe in campo a inizio 2022 fossero insufficienti. Solo la capacità organizzativa e logistica dell'esercito può ottenere risultati concreti sia nei numeri degli abbattimenti che nello smaltimento in sicurezza delle carcasse. Possiamo dire che dopo un anno e mezzo di battaglie, Coldiretti Torino accoglie con soddisfazione la decisione presa dal Governo», sottolinea Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino.
Per Mecca Cici, quella dei cinghiali è «una vera e propria emergenza di protezione civile che deve essere affrontata con strumenti eccezionali, prevedendo, appunto l'impiego massiccio di una forza pubblica, organizzata, come l’Esercito. Siamo preoccupati sia per la difesa delle nostre coltivazioni sia per la possibile diffusione di malattie che per gli incidenti stradali».
Per il presidente di Coldiretti Torino «si deve ridurre la popolazione di cinghiali almeno del 50% e il semplice sforzo dei cacciatori è sembrato subito come svuotare il mare con un secchiello. In attesa di sbloccare l'utilizzo dell’Esercito, Coldiretti Torino ha ottenuto che anche gli agricoltori possano contribuire al depopolamento difendendo i propri terreni dopo aver partecipato a corsi di formazione».
Coldiretti Piemonte
Anche Coldiretti Piemonte, attraverso il suo presidente Roberto Moncalvo e il delegato Bruno Rivarossa, applaude all’arrivo dell’Esercito: «Una azione che abbiamo chiesto da tempo, insieme ai ristori adeguati per i danni provocati dai cinghiali. L’eccessiva presenza degli animali selvatici è una vera e propria emergenza nazionale che incide sulla sicurezza delle persone oltre che sull’economia e sul lavoro, specie nelle zone più svantaggiate. Ridurre, infatti, numericamente i cinghiali significa anche rallentare la diffusione della peste suina, azione fondamentale in una regione come il Piemonte dove è a rischio l’intero comparto e la filiera suinicola che conta circa 3mila aziende, un fatturato di quasi 400 milioni di euro e 1 milione e 200 mila capi destinati, soprattutto, ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale, come il prosciutto di Parma e San Daniele».