La vicenda

«Sua figlia ha ucciso un bimbo, se non paga andrà in galera»

La vittima è un’anziana di 90 anni. E’ stata tempestata di telefonate e ha consegnato ai truffatori tutti i suoi averi

«Sua figlia ha ucciso un bimbo, se non paga  andrà in galera»
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«Signora, sua figlia ha avuto un brutto incidente stradale. Ha investito e ucciso un bambino. Se non paga finirà in carcere».
Sono queste, grossomodo, le parole che la signora Teresa (il nome è di fantasia) ha ricevuto nella prima mattinata dello scorso giovedì al telefono fisso. Dall’altra parte della cornetta una donna che si è presentata come l’addetta del presunto «ufficio cauzioni».

«Sua figlia ha ucciso un bimbo, se non paga andrà in galera»

L’hanno sin da subito spaventata, messa in una condizione di soggezione mentale per farle rispettare gli «ordini». Tra cui quello di non provare a contattare nessuno, «tanto meno sua figlia che tanto si trova in stato di fermo dai carabinieri». E la donna, temendo di perdere e di non rivedere più sua figlia - colpevole (a dire della donna) di aver investito e ucciso un bambino - è stata letteralmente travolta da quelle frasi, da quella minaccia di perdere quanto per lei di più caro, la sua famiglia. Vedova ormai da circa 17 anni, invalida al 100% tanto da non uscire più da sola di casa da anni, ha rispettato quegli ordini che le erano stati impartiti al telefono. Senza ragionare. Del resto come poteva immaginare di non vedere più sua figlia che, senza il pagamento di una cauzione sarebbe finita in galera? «Le hanno telefonato alle 10 del mattino - racconta la figlia Manuela -. Prima ha parlato con questa donna che si è presentata come la responsabile dell’ufficio cauzioni, poi con un presunto avvocato. Un uomo che, dal linguaggio forbito, ha travolto mia madre di norme, leggi, senza neanche darle il tempo di riflettere e ragionare».
Una cauzione da «52mila euro - aggiunge la figlia -. Tanto avrebbe dovuto pagare mia madre per non farmi finire in carcere per un incidente che, ovviamente, non c’è mai stato». Il tradizionale copione della truffa del finto incidente che, se in questo caso ha colpito un’anziana residente nel capoluogo, tante volte ha investito anche i nostri comuni, dal più piccolo al più grande, nessuno escluso.

L'appuntamento con i truffatori

«Le hanno dato appuntamento - spiega la figlia - di fronte a un supermercato vicino casa sua. Mia madre non esce di casa da anni e ha evidenti difficoltà a deambulare. Qualcuno, vedendola in difficoltà, le ha persino chiesto se avesse bisogno di aiuto. Lei ha detto quale indirizzo avrebbe dovuto raggiungere, ma qualcuno le ha detto che quel civico di quella via non esisteva nemmeno». Così la donna è riuscita a tornare a casa, ma ha ricevuto l’ennesima telefonata - una quarantina in tutto nell’arco di un paio d’ore - per il sollecito alla consegna dei beni. «Le hanno detto di mettere tutto quello che aveva, tra denaro e preziosi in un sacchetto. Ma un sacchetto che non fosse trasparente, di infilare tutto in un sacchetto del pane». Poi, Teresa, è uscita di nuovo a fatica da casa e ha incontrato i suoi «aguzzini» ai quali ha consegnato tutti i suoi averi. «Tutti risparmi di una vita e preziosi che aveva incasellato in una vita di sacrifici. Si è salvata solo la fede nuziale che non si è tolta dall’anulare». «Ho i brividi a pensare a mia madre che esce di casa, da sola, in quelle condizioni e che attraversa la strada di un quartiere così trafficato. Non voglio aprire discorsi sulle difficoltà economiche di chi si approfitta degli altri per trarne vantaggio, ma io non mi approfitterei mai di un anziano in difficoltà». In quel sacchetto c’erano, appunto, tutti quei risparmi e preziosi che sarebbero serviti a pagarsi un funerale dignitoso, a “regalare” il costo del conseguimento della patente a sua nipote. Tutti ricordi di una vita svaniti in un attimo. Quando, solo nel pomeriggio, la figlia è riuscita a parlare con sua madre l’anziana donna ha detto «Sono contenta che voi stiate bene». «Non sapevamo nulla, le era stato detto di non provare a chiamarmi e così ha fatto. Temeva di non vederci più. Mi ha detto che ha pregato per oltre due ore Sant’Antonio che veramente potesse toglierci da un brutto guaio mai accaduto». «Mia madre sicuramente è stata seguita, attenzionata. Impossibile pensare che sia stata una scelta casuale. «C’era molto del suo passato e dei suoi bei ricordi in quella manciata d’oro, c’era la sua sicurezza e una stabilità in quei soldini messi da parte con immensa fatica. Tutto spazzato in due ore, per sempre, irrimediabilmente, atrocemente». «Malvagi senza scrupoli - conclude la figlia Manuela - avete strappato un pezzo di cuore anche a me che come figlia provo un dolore che non so descrivere. Da non credente, confido nella giustizia e nella “sacra legge del boomerang”».

«Intensa campagna di prevenzione, ma doveroso continuare nel percorso»

Quello del fenomeno dei reati predatori e, in particolare, del contrasto ai reati nei confronti delle persone più deboli e fragili della società è sin da subito stato un motivo di grande lavoro e di sollecitazione, al personale dell’Arma dei Carabinieri di Piemonte e Valle d’Aosta, da parte del Generale di Brigata Antonio Di Stasio, Comandante da esattamente un anno della Legione. Un impegno che è emerso, anche di recente «con l’attività conclusa dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Cuneo che ha dato attuazione all’esecuzione di ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro soggetti di etnia Sinti responsabili del reato menzionato, il cui modus operandi era quello di presentarsi a casa delle vittime fingendosi operatori dell’Enel, carpendo la loro fiducia per poi sottrargli denaro e preziosi, il cui valore affettivo spesso andava al di là del reale valore economico», esordisce il Generale di Brigata Di Stasio. «Il Comando Legione Carabinieri “Piemonte e Valle d’Aosta”, accanto a questa e a tante altre attività prettamente repressive, ha iniziato a condurre un’intensa campagna di prevenzione per sensibilizzare le persone anziane, diffondere il più possibile la conoscenza di tale fenomeno e aiutare le potenziali vittime a difendersi, dando massimo impulso a una serie di attività informative e divulgative, realizzate a livello Regionale, con l’intento di creare un rapporto biunivoco e reciproco tra l’Arma dei Carabinieri e i cittadini».

Diffusione di materiale informativo

Azioni messe in campo grazie a una serie di sinergie di fondamentale importanza sul territorio. Le stesse che lo stesso Generale ricorda: « La costante presenza e vicinanza con la popolazione, soprattutto nei piccoli centri, nelle frazioni e nelle zone più isolate del territorio; l’organizzazione di mirati incontri tenuti dai Comandanti di Stazione alle persone anziane al termine delle funzioni religiose, attraverso contatti con le parrocchie, grazie alla disponibilità fornita dai Vescovi, ovvero negli uffici postali il giorno del ritiro delle pensioni o, ancora, nei centri di aggregazione in genere (mercati, centri anziani …); la realizzazione e distribuzione, sempre a cura dei Carabinieri anche durante i servizi di pattuglia, di depliants, volantini e adesivi (quest’ultimi da attaccare all’interno della porta d’ingresso delle abitazioni) il cui fine è quello di creare un continuo “mantra” da leggere prima di fare entrare qualcuno in casa; il coinvolgimento dei media, delle amministrazioni comunali, degli Enti locali e delle associazioni in genere per fornire indicazioni alla cittadinanza attraverso la creazione di opportuni spot, dove vengono date le indicazioni sia sui numeri di emergenza da contattare in caso di bisogno, sia sui comportamenti più corretti da assumere in caso di potenziale pericolo».
Ma anche campagne di sensibilizzazione come quelle organizzate in sinergia con la “Bus Company” che «ha reso possibile la realizzazione di gigantografie e vetrofanie da applicare su 20 autobus impiegati per il trasporto pubblico urbano ed extraurbano; con la “Centrale del Latte di Torino» che ha permesso di stampare sulle bottiglie in pet immagini con l’indicazione di consigli utili per evitare di cadere nella trappola dei truffatori». «Grazie all’attività congiunta e corale di tutte le componenti sociali e soprattutto degli anziani cui sono stati forniti i giusti consigli si sono già registrati i primi successi. Le potenziali vittime sono riuscite a non cadere nella trappola dell’inganno. Per questo è doveroso continuare in questo percorso di sostegno e vicinanza, in linea con la vocazione territoriale e bicentenaria delle Stazioni Carabinieri. Peraltro, recentemente il Governo ha siglato un ‘Patto per la Terza età’, e il nostro Premier, on. Giorgia Meloni, nel richiamare le misure a favore degli anziani e contro la loro marginalizzazione, evidenzia come gli Stessi “non sono solo parte delle nostre famiglie, ma rappresentano il cuore stesso della società, un patrimonio di valori, tradizioni e conoscenze prezioso per la Nazione. Avere cura degli anziani significa avere cura di tutti noi.”. Peraltro proprio un piemontese, Carlo Levi, scrisse che “Il futuro ha un cuore antico”», sottolinea il Generale. «Ad ogni modo - conclude Di Stasio - per l’Arma i risultati fin qui raggiunti non possono essere considerati come un punto di arrivo; al contrario, si persevererà per tutelare i nostri cari anziani che necessitano di tutta la nostra attenzione e del nostro amore». «Non chi comincia - chiude citando Leonardo da Vinci - ma quel che persevera».

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