L’emergenza abitativa è la nostra prima urgenza», il tema delle case popolari al centro dell’attenzione
Il punto della situazione tracciato dall'Amministrazione comunale per far fronte a situazioni di necessità
L’emergenza abitativa è la nostra prima urgenza», il tema delle case popolari al centro dell’attenzione
Emergenza Abitativa
Una panoramica sulla situazione locale relativa all'emergenza abitativa, con un excursus utile a conoscere meglio gli strumenti di sostegno messi in campo dall'Amministrazione e gli interventi di contrasto agli sfratti.
Il tema
La richiesta è arrivata da un residente di via Po nel corso dell'ultima riunione pubblica e ha rappresentato l'occasione giusta per fare il punto su una condizione che tocca, purtroppo, ancora tante famiglie. Ad approfondire il tema, sono stati la sindaca Elena Piastra e l'assessore alle Politiche Sociali, Angelo Barbati. «L'elemento dell'emergenza abitativa, in una città come la nostra, è la prima urgenza. Settimo, infatti, è la città in Piemonte con più case popolari rispetto al numero di abitanti», argomenta Piastra, illustrando i dati di un territorio che conta «389 case di proprietà del comune di Torino, costruite negli anni Ottanta, e non gestite da noi». Pertanto, tante abitazioni vuote presenti in città non possono essere assegnate dal Comune di Settimo. «In questo momento, abbiamo famiglie a cui stiamo pagando l'affitto o in albergo o in casa perché laddove ci sono bambini, minori, disabili o persone con più di 75 anni interveniamo pagando anche quando c'è stato lo sfratto esecutivo», prosegue Piastra. Ma, oltre ai contributi economici, nei piani dell'Amministrazione ci sono anche con interventi pubblici strutturali da destinare proprio all'edilizia popolare per aiutare le famiglie in difficoltà. Ne è un esempio lampante il Dado, la struttura di via Milano prossima, grazie ai fondi del Pnrr, all'abbattimento e alla ricostruzione. Uno spazio in cui – racconta Barbati – «verranno costruiti dieci alloggi di edilizia pubblica, due dei quali utilizzati dalle cooperative per il cohousing». «L'obiettivo di questa Amministrazione è quello di non cementificare. Nel caso del Dado, buttiamo giù e ricostruiamo e sarebbe importante avere altri posti in città in cui fare questo», prosegue l'assessore al Sociale, che spiega i motivi della richiesta crescente di aiuti anche in assenza di un aumento di abitanti. «A fronte di una stasi della popolazione residente – analizza Barbati -, abbiamo persone che, a causa della pandemia e di tutto quello che è successo, hanno perso il posto di lavoro e avuto problemi diversi per cui non riescono più a pagare l'affitto e a far fronte alle normali attività di vita civile. Di conseguenza, abbiamo degli alloggi che si svuotano perché i proprietari, non ricevendo più l'affitto, procedono con gli sfratti e siamo preoccupati. Per questo, abbiamo messo in piedi alcuni aiuti che vanno incontro sia ai proprietari che agli inquilini. Al momento, il numero degli sfratti in città è lo stesso ante-pandemia e questo vuol dire che, nonostante l'effetto pandemico, siamo riusciti ad intervenire per sanare queste situazioni. Cerchiamo – garantisce –, nei limiti del possibile, di andare incontro a tutti».
Gli strumenti di aiuto
Agevolazioni, contributi regionali, contratti di locazione a canone concordato. Sono diversi i mezzi che l'Amministrazione ha messo in campo per contrastare le situazioni di disagio abitativo. Tra questi, sempre in seno all'incontro di via Po, Piastra cita due strumenti in particolare, partendo dal «sostegno al canone», anche noto come «salvasfratti». «Si tratta di un sostegno a chi ha un contratto di affitto, che si trova in situazioni di difficoltà non per forza permanenti, e a cui paghiamo fino a tre mensilità l'anno», spiega la prima cittadina in merito ad una misura, attivata durante la pandemia, che verrà ripristinata nei prossimi mesi. E poi, sempre nell'ambito degli interventi di contrasto al disagio abitativo, l’Amministrazione prosegue con l'Agenzia Sociale per la Locazione (A.s.lo), istituita con un atto di giunta ad aprile 2021 e rivolta, come si legge sul sito del Comune, a «nuclei familiari che stipulano un nuovo contratto di locazione a canone concordato», «nuclei familiari con contratto di locazione a libero mercato, con il proprietario disponibile alla rinegoziazione del contratto a canone concordato» e «nuclei proprietari di prima casa, mutuatari che hanno sospeso il pagamento delle rate del mutuo». «È utile per i nuovi contratti perché, in questo caso, interveniamo dando i soldi direttamente al proprietario di casa fino ad otto mensilità e serve per aiutare le famiglie nella fase iniziale con i costi della caparra, del trasferimento, del trasloco. Ci accolliamo la prima parte, di solito il primo anno che è quello più faticoso – spiega la sindaca, illustrando contributi e agevolazioni fiscali -. Sono strumenti che esistono, sono diritti di tutti, e servono per tamponare le situazioni ed evitare di arrivare allo sfratto esecutivo. Spesso, le persone che noi incontriamo non sono nella fascia di massima povertà ma in una intermedia che si è allargata sempre di più. Negli ultimi tempi, quella fascia grigia è molto larga e il rischio di cadere è abbastanza frequente. Questi aiuti – conclude – servono a tamponare il momento di crisi e di solito, da quel momento, si esce».