Lettera aperta

Ospedale, la rabbia dei 146 lavoratori: “Grazie a chi si è dimenticato di noi…”

La delusione e la frustrazione dei dipendenti che hanno lanciato un grido di aiuto

Ospedale, la rabbia dei 146 lavoratori: “Grazie a chi si è dimenticato di noi…”

“Noi siamo qui in rappresentanza di tutti quei colleghi che 14 anni fa, con coraggio, con impegno, con passione e professionalità, hanno costruito, un servizio, laddove c’era all’epoca solo un’idea”. Si apre così la lettera – anche grido di richiesta di aiuto  – dei 146 dipendenti attualmente in forza presso l’Ospedale di Settimo.

“Siamo quelli che quando il Covid faceva paura non si sono mai tirati indietro”

Una lettera che è stata ufficializzata la mattina di sabato 25 marzo nel corso dell’incontro pubblico organizzato in città dalla civica Insieme per Settimo e dalla segreteria di Articolo 1.

«Siamo quelli che da allora, come oggi, fanno del loro meglio per aiutare un vostro amico – si legge nella lettera – un vostro vicino di casa o un vostro parente che ha bisogno di cure. Siamo quelli che nonostante turni lunghi e massacranti, tentano comunque di regalare un sorriso e una parola di conforto. Non siamo perfetti, siamo umani, ma facciamo del nostro meglio”.

E la memoria va al recente periodo difficile di pandemia: “Siamo quelli che quando il Covid era un male sconosciuto e faceva tanta paura, non si sono tirati indietro. Abbiamo lottato, confortato e accompagnato. Abbiamo avuto paura, abbiamo pianto e asciugato lacrime, ma ci siamo stati: corpo, mente e cuore. E siamo ancora qua, nonostante due anni di scelte politiche inadeguate e poco lungimiranti. Siamo i 146 dipendenti dell’Ospedale di Settimo, siamo Oss, Infermieri, Fisioterapisti, Terapisti Occupazionali, Logopedisti, Neuropsicologi, Addetti alle pulizie, Magazzinieri, Addetti alla portineria, Impiegati, Manutentori».

“Scelte politiche di smantellamento a favore di privati”

«Siamo tanti – scrivono -, ma oggi è come se fossimo uno solo. Oggi vogliamo dire grazie. Grazie a chi, negli ultimi anni, ha fatto scelte politiche di smantellamento della sanità pubblica, a favore di un intero ospedale ai privati. All’asta, al miglior offerente. Ringraziamo anche chi, nel decidere di vendere un intero ospedale, si è dimenticato di chi quel servizio lo ha portato avanti, spesso in condizioni drammatiche, senza una gara d’appalto pubblica, con affidamenti d’urgenza a volte anche solo di 15 giorni, senza prospettive e con scarsissime tutele e guadagnando molto meno rispetto ai colleghi che lavorano in ospedali pubblici, perché a noi si applica un contratto che garantisce uno stipendio medio di poco superiore ai mille euro al mese».

“Vendendo il presidio vendete anche noi”

Quindi la polemica, un ulteriore lungo elenco di «Grazie» che hanno tutt’altra intenzione di ringraziare – letteralmente – chi avrebbe potuto evitare, sottolineano con le loro parole, questo scenario. Grazie a chi non si preoccupa del fatto che da domani forse, non potremmo più fare affidamento nemmeno su quel piccolo stipendio che comunque ci ha permesso di garantire una vita dignitosa ai nostri figli e alle nostre famiglie. Grazie a chi ha deciso di farci vivere nell’eterna incertezza. Grazie a chi ha deciso di vendere, questo punto di riferimento per la città, perché facendolo vende anche noi, la nostra professionalità e tutto quello in cui crediamo”.

I lavoratori si schierano contro “l’eredità che il Governo regionale sta lasciando a Settimo e al suo Ospedale” e si oppongono alla “mancanza di risposte sul futuro di chi tiene in piedi il Servizio garantendo alle cure ai più fragili”.

“Ci sentiamo soli”

“Noi vogliamo essere un baluardo a difesa del Servizio Sanitario Nazionale pubblico – concludono – Non vogliamo un’ulteriore sperimentazione gestionale, che farebbe sì che la gestione sarebbe comunque affidata alle cooperative sociali. Ma ci sentiamo soli. Noi chiediamo a tutti i politici qui presenti, di abbandonare il proprio orticello, i particolarismi e le beghe della politica locale, e di schierarsi con i lavoratori, con le Organizzazioni sindacali e con tutta la cittadinanza, prendendo parte alla nostra mobilitazione per chiedere al Presidente della Regione risposte! A voi la scelta, guardarci indifferenti, o prendervi cura di chi vi cu