Gassino: alla ricerca della famiglia Bauducco che ospitò un soldato inglese
Se ne sta occupando la ricercatrice Janet Dethick in collaborazione con la professoressa piemontese Coda
AAA famiglia Bauducco cercasi. Quasi fosse una locale versione del programma «Chi l’ha visto?», attraverso un tam tam sui social è partita la ricerca agli ultimi eredi di questo nucleo familiare, che durante la Seconda guerra mondiale avrebbe ospitato un soldato inglese, Robert Dickinson, in fuga dal vicino campo di prigionia di Castiglione.
La vicenda ricostruita
A mettersi sulle loro tracce attraverso i canali social la signora Janet Dethick, ricercatrice inglese laureata in storia. «Dopo un incontro fortuito con un veterano ho cominciato ad occuparmi della sorte dei prigionieri internati nei campi di lavoro, e delle famiglie che li aiutarono dopo l'armistizio dell’8 settembre – spiega –. A tale scopo collaboro con la professoressa piemontese Claretta Coda, autrice tra gli altri del saggio “A Strange Alliance”. Proprio attraverso questo libro ho appreso la storia dell'artigliere Robert Dickinson, che fu fatto prigioniero in nord Africa nel 1941 e trasferito in Piemonte nell'estate del 1943. All'armistizio si trovava nel campo locale PG 112/4», in cui vennero internati 126 soldati inglesi per lavorare alla costruzione del Canale Cimena.
Di qui Dickinson evase insieme ad un amico, Ronald Dix, ed entrambi «Furono assistiti a Gassino da una famiglia Bauducco, residente in via Diaz 29. La padrona di casa si chiamava Ginetta e aveva probabilmente due figlie, Nelly e Gina».
Purtroppo la storia dell’artigliere non ha avuto un lieto fine. «Dopo essersi aggregato alla banda partigiana Aldo Brosio fu assassinato nel marzo 1945. I colpevoli non vennero mai identificati. Prima di partire da casa Bauducco, però, lasciò il proprio diario, che la famiglia gassinese spedì ai Dickinson. Il nipote di Robert, Steven, è stato a Gassino qualche anno fa per provare a rintracciarli e ringraziarli di quanto fatto per lo zio, ma non ne ha trovato traccia. Lo sto aiutando a proseguire le ricerche».
La ricerca continua
L’indagine, al momento, non ha prodotto significativi risultati. «Bauducco è un cognome insolito per Gassino, forse appartenete ad una famiglia di sfollati. Non è detto, inoltre, che ci siano informazioni circostanziate negli archivi comunali perché in tale periodo la burocrazia non era così puntuale» afferma l’esperto di storia locale Carlo Bosco.
Janet Dethick non intende però gettare la spugna, anche perché «In settembre Steven riporterà il diario in Italia per consegnarlo al Museo di Servigliano, durante la cerimonia per l'80 anniversario dell'armistizio». Un momento solenne al quale avrebbe piacere che presenziassero anche i Bauducco.