Ospedale in vendita: "Più che un acquirente servirebbe un benefattore"
La posizione critica di Articolo 1 che oltre alla Regione chiama in causa i soci; mentre Settimo futura accusa la giunta Cirio di voler "importare in Piemonte il fallimentare modello di totale privatizzazione della Sanità"
A intervenire in modo particolarmente critico sugli ultimi sviluppi relativi alla vicenda ospedale di Settimo è Sergio Bisacca, segretario di Articolo 1, che in più occasioni ha contestato le scelte e gli orientamenti sul futuro del presidio di via Santa Cristina.
Tutte le perplessità
«Abbiamo preso visione del documento - spiega -, e i dubbi che avevamo in merito sono stati tutti confermati. E’ evidente che si tratti di una procedura che non permette di scegliere per “qualità” ma esclusivamente sulla base di un alto requisito economico».
Tra le perplessità, del resto già manifestate in passato da Bisacca e dal suo gruppo politico, c’è in particolare la scelta di procedere - nei mesi scorsi, ndr - a una manifestazione di interesse per «sondare» eventuali disponibilità a rilevare la struttura. «Ma è servita a qualcosa o è servita soltanto a perdere tempo prezioso? Si è parlato di quindici imprese che erano interessate e che avevano i requisiti... Che fine hanno fatto - si chiede polemico -? Probabilmente le nostre contestazioni erano giuste visto il documento che è stato prodotto per quest’asta di vendita».
Tra i temi all’attenzione di Bisacca e del gruppo di Articolo 1 c’è ancora, e soprattutto, il requisito economico: 50 milioni di euro. «Perché 50 e non 49 o 41 - continua a chiedersi retorico -? A me sembra che più che di un soggetto interessato a rilevare l’ospedale qui si debba cercare un vero e proprio benefattore che si assuma la responsabilità di acquistare l’ospedale».
«Sarà una mia impressione - aggiunge - ma questa cifra mi fa poco sperare. Ho il timore che l’asta possa andare deserta fino a quando il prezzo non si ribassi ulteriormente. Sempre che, nel frattempo, non subentri un fallimento».
«E’ andata come temevamo - sottolinea il segretario di Articolo 1 -, proprio secondo la peggiore delle nostre ipotesi. Ritengo che la responsabilità sia sì in capo alla Regione Piemonte, ma anche in capo ai soci e quindi in capo a chi aveva compito di vigilanza sulle scelte relative al destino dell’Ospedale civico. Nonostante i goffi tentativi della maggioranza in Consiglio comunale di attribuire le colpe al passato, le precedenti amministrazioni, compresa quella Puppo, hanno lasciato i conti in ordine».
"Il comune dovrebbe mettere a disposizione spazi per non perdere i servizi"
C’è poi, anche per Articolo 1, la riflessione su quello che capiterà ai servizi sanitari territoriali. «I servizi sanitari collocati nei famosi mille metri quadri al pian terreno dell’Ospedale rischiano di sparire e non ci sembra che ci sia al momento una valida alternativa per la ricollocazione. Secondo noi il Comune dovrebbe, esattamente come fanno altre amministrazioni, mettere a disposizione degli spazi per non perdere questi servizi per i cittadini».
E, secondo quanto si apprende, sarà proprio il gruppo politico di Articolo 1, insieme ai colleghi di Consiglio di Insieme per Settimo a organizzare, per i prossimi giorni, «un momento di riflessione e di proposta sul tema dei servizi sanitari e della sanità sul nostro territorio. E’ importante che si trovi il prima possibile una soluzione per garantire diritti così imprescindibili per i cittadini».
La posizione di Settimo Futura
Invece il gruppo Settimo Futura attribuisce tutte le responsabilità alla Regione.
"La maggioranza di destra in Regione - scrivono dal gruppo - conferma di volere seguire il modello lombardo sulla sanità. La Regione Piemonte, azionista di maggioranza dell’Ospedale di Settimo tramite ASL TO4 e ASL Città di Torino, sceglie di vendere gli spazi del piano terra dell’ospedale senza avere presentato prima un credibile piano per la ricollocazione di servizi importanti come radiologia, mammografia, medicina legale e neuropsichiatria infantile, dimostrandosi così insensibile alle richieste che da oltre un anno il Comune di Settimo Torinese e le altre Amministrazioni del territorio hanno avanzato".
"In più - concludono - non è stata prevista alcuna garanzia occupazionale per i 140 dipendenti della cooperativa che attualmente gestisce i servizi ospedalieri ai piani superiori. La Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia vogliono imporre anche in Piemonte il fallimentare modello di totale privatizzazione della Sanità già sperimentato altrove. Cara giunta regionale, Caro assessore Icardi, caro Presidente Cirio, servono risposte chiare e non proclami generici".