Innovativa protesi mitrale impiantata a cuore aperto per la prima volta al mondo a Torino
L’idea nasce nel bioparco di Colleretto Giacosa, piccolo paese vicino ad Ivrea, da un gruppo di bioingegneri piemontesi
E’ italo-francese l’innovativa protesi mitrale transcatetere impiantata per la prima volta al mondo a Torino.
Nata nel Canavese, sviluppata in Francia
Si chiama Epygon. E’ nata in Canavese ed è stata sviluppata in Francia. Per la prima volta al mondo questa protesi mitralica con design rivoluzionario è stata impiantata con successo a cuore battente a Torino.
L’idea di Epygon nasce nel bioparco di Colleretto Giacosa (piccolo paese canavesano vicino ad Ivrea) da un gruppo di bioingegneri piemontesi uscito dallo storico gruppo Sorin, leader negli anni ‘80 e ‘90 nel campo delle protesi cardiache biologiche. La francese AFFLUENT Medical ha creduto fin dall’inizio nel progetto e per questo ha investito nello sviluppo di questa protesi rivoluzionaria.
La protesi mitrale Epygon ha superato buona parte di un lungo iter grazie alla sinergia vincente tra industria, aziende ospedaliere ed università dei due stati limitrofi ed ha ottenuto il nulla osta del Comitato Etico interaziendale. Questa fase si chiude con il successo dell’intervento portato a termine a Torino, dove Epygon sta funzionando in un cuore umano a pochi chilometri da dove è stata ideata e prodotta.
La tecnica
Per posizionare questa protesi non è infatti necessario ricorrere alla tradizionale circolazione extracorporea, ossia all’intervento «a cuore aperto». Si tratta di procedure chiamate “transcatetere”, che vengono effettuate in modo ottimale da parte di gruppi specializzati, chiamati Heart Team.
Questa è la tecnica già applicata in tutto il mondo sulla valvola aortica (TAVI) per pazienti molto anziani o ad alto rischio operatorio. Perchè è dunque innovativo applicare lo stesso metodo sulla valvola mitrale? Innanzitutto le fasi dell’invenzione e dello sviluppo sono molto più difficili perché l’anatomia di questa valvola è ben più complessa di quella della valvola aortica. Ma non solo: l’intervento necessita della perfetta collaborazione dell’Heart Team in centri iper-specializzati.
Una prima assoluta mondiale
Pochi giorni fa questa nuovissima protesi mitralica transcatetere è stata impiantata per la prima volta al mondo nell’uomo presso il Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare dell'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretto dal professor Mauro Rinaldi), con il supporto del professor Marco Vola (Direttore della Cardiochirugia universitaria di Lione e consulente per il gruppo AFFLUENT, la società francese che ha sviluppato la protesi).
L’intervento è stato eseguito in assoluta prima mondiale dal professor Stefano Salizzoni, coadiuvato dal dottor Michele La Torre e dal dottor Antonio Montefusco. Il fondamentale supporto per le immagini ecografiche è stato fornito dal dottor Gianluca Alunni e dal dottor Alessandro Vairo, afferente alla Cardiologia universitaria (diretta dal professor Gaetano Maria De Ferrari). Il supporto anestesiologico è stato garantito dal dottor Michelangelo Delù.
La paziente
La paziente è una donna di 62 anni che soffriva di una grave forma di insufficienza mitralica, giudicata non trattabile con intervento cardiochirurgico tradizionale per molteplici fattori di rischio. L’intervento è perfettamente riuscito e la paziente è stata trasferita presso la riabilitazione di Veruno (diretta dal dottor Massimo Pistono), dopo soli 5 giorni di ricovero.
Soddisfazione per il risultato
La nuova protesi Epygon ha un design unico ed eccellente, perché minimizza i rischi di dare fastidio alle altre strutture del cuore, e, grazie alla particolarità di avere solo due lembi (tutte le protesi biologiche mitraliche ne hanno tre), permette di riprodurre il flusso fisiologico del sangue nel ventricolo sinistro, imitando la valvola originale e migliorando in questo modo anche la funzione del muscolo cardiaco.
Il professor Stefano Salizzoni, tra i maggiori esperti mondiali di questo tipo di procedure, ritiene che Epygon possa aprire nuove prospettive poichè rende l’impianto facile e riproducibile, caratteristiche che fanno ben sperare per i numerosi pazienti che non possono essere sottoposti ad un intervento tradizionale “a cuore aperto”.
I direttori dei Centri universitari di Torino e Lione, Mauro Rinaldi e Marco Vola, esprimono soddisfazione per il risultato clinico, per la collaborazione forte tra le due équipes, soprattutto perché il processo di ricerca e sviluppo della protesi valvolare è stato tutto condotto in ambito europeo, tra Italia e Francia.