"Il campanile di Gassino è della Comunità, non della Parrocchia: il Comune se ne prenda cura"
Don Carlo fa anche il punto sui lavori di restauro della chiesa parrocchiale e traccia un bilancio di questi anni in paese
Don Carlo Fassino, parroco di Gassino Torinese, è un uomo semplice e concreto. Emerge anche dalla lunga chiacchierata pubblicata nei giorni scorsi dal settimanale La Nuova Periferia di Settimo, nel corso della quale traccia un bilancio sulla vita della comunità, sui lavori di restauro della chiesa parrocchiale e sul campanile dello Spirito Santo.
Il campanile
E proprio in merito al campanile il sacerdote desidera mettere le cose in chiaro e richiamare la comunità gassinese alle sue responsabilità.
Il campanile ha bisogno di una revisione e restauro al tetto, alle facciate esterne, alla scala e ai piani interni, al castello e movimento delle campane. Non è cosa da poco. In questi dieci anni la storia del campanile è stata scandagliata in profondità ed è chiara. Il campanile non è della Confraternita che ha innalzato la sua chiesa dopo e più alta del campanile, non è della Parrocchia, che l’avrebbe desiderato più vicino alla chiesa parrocchiale, ma è della Comunità di Gassino che sulla medesima piazza ha il palazzo comunale.
E il sacerdote aggiunge quindi:
Il restauro del campanile non dovrebbe essere soltanto un desiderio del parroco: è tempo che i cittadini e ancor più le associazioni chiedano al Comune di Gassino (maggioranza e minoranza) di prendersi cura di questo monumento che appartiene alla nostra comunità del presente e del futuro.
I lavori di restauro della chiesa parrocchiale
Per quanto riguarda lo stato di avanzamento dei lavori di restauro della parrocchia don Carlo spiega: "Dopo tanta pazienza da parte di tutti, è stato tolto il ponteggio, vediamo circa metà della navata centrale restaurata e illuminata a nuovo e possiamo immaginare come sarà la chiesa tutta restaurata". Ora l’intenzione è di continuare con il restauro della navata centrale. Ma se ne potrà parlare tra un paio di anni".
Importante il supporto della comunità: "Per la copertura della spesa è stata stampata una busta con la scritta 'un dono per la mia chiesa': la raccolta è iniziata a dicembre 2022 e continuerà per tutto il 2023. Il costo dell’intervento si avvicina a 60mila euro e noi possiamo contare soltanto su un contributo della Cassa di Risparmio di Torino di 11mila euro, il resto da pagare è tutto per il parroco e i parrocchiani".
Come sta la comunità gassinese?
Il parroco fa il punto anche sullo "stato di salute" della comunità gassinese e il risultato sembra molto buono: "Mi sembra che sia in un momento favorevole, però ha bisogno di cure e di scelte che la tengano viva, la facciano crescere: la pandemia, con il confinamento in paese, ci ha fatto soffrire i limiti ma anche rivalutare persone e possibilità. Dobbiamo sfatare il detto che bolla i gassinesi come permalosi e litigiosi, e invece saper collaborare tra di noi armonizzando le iniziative delle molte associazioni".
E quando gli si chiede un bilancio di questi primi anni gassinesi questa è la risposta:
Molti debiti verso i parrocchiani, il mio bilancio è in rosso. Ho ricevuto molto di più di quanto ho saputo dare io. Per fortuna oltre a donare il poco che sono, ogni giorno avevo tra le mani un tesoro non mio da distribuire. Due voci in positivo: ritengo che il bilancio della Parrocchia sia positivo quando, come in una famiglia, ci si sente sempre e comunque accolti e mi sembra che un po’ di questo clima ci sia. La seconda voce che deve essere positiva è la pastorale giovanile: anche su questo punto mi sembra che, non per merito mio, ma di don Paolo, dei salesiani e di tanti giovani, l’oratorio stia funzionando