Da Settimo al debutto internazionale al Cern di Ginevra
Elena Ruzza sta per girare il mondo ma non dimentica il suo legame con la storia e con le donne del Teatro Settimo
Dopo il debutto internazionale al Cern di Ginevra l'8 febbraio, Elena Ruzza è pronta a girare il mondo con “La Forza Nascosta”. Lo spettacolo è stato una delle prime opere italiane a salire sul palco del Globe of Scienze and Innovation, il cupolone di legno, adibito a spazio espositivo, nello sterminato complesso dell'Organizzazione europea per la ricerca nucleare, in Svizzera.
Un pool di donne di scienza
Con lei sul palco, la soprano statunitense Fé Avouglan. Ma non soltanto: perché la maternità di questo spettacolo è di un pool di donne di scienza. Alle spalle vi sono un progetto con Anna Ceresole, Nora De Marco e Nadia Pastrone, fisiche della Sezione di Torino dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, e le ricerche della studiosa di Storia delle Donne, Emiliana Losma.
La regia e la scenografia sono state curate rispettivamente da Gabriella Bordin e Adriana Zamboni, entrambe membri dello storico Laboratorio Teatro Settimo, diretto da Gabriele Vacis.
Elena Ruzza vive ormai da più di quindici anni laboratori teatrali ed è attiva nell'ambito del Teatro sociale e si racconta così il suo legame con Settimo: «Ho avuto la fortuna di crescere a Settimo, per quanto nella generazione successiva a quella del Laboratorio Teatro. Mi sento figlia d'arte di questa grande tradizione, poiché c'è stato un tempo in cui il teatro per i bambini di Settimo era come una materia curricolare. Sono lieta di avere avuto come miei maestri Paolini, Curino, Mariella Fabbris; sento un legame molto forte con le donne del Teatro Settimo».
"Per questo testo l'ispirazione è venuta durante la pandemia - racconta Ruzza - il racconto delle quattro vite di donne di scienza. Vera Cooper Rubin, astronoma americana, Marietta Blau, fisica nucleare austriaca, Chien-Shiung Wu, fisica delle particelle cinese, e Milla Baldo Ceolin, fisica Siamo arrivati alla ventiduesima replica italiana, e al CERN, per la prima volta, abbiamo portato questo spettacolo con i sottotitoli. L'idea è arrivata da un gruppo di ricercatrici dell'Istituto Nazionale di Fisica nucleare e del Dipartimento di Fisica dell'Università di Torino. Non era nostra intenzione fare una operazione che partisse già dal nostro immaginario, coinvolgendo donne di scienza celebri come Marie Curie o Margherita Hack. Piuttosto abbiamo raccontato autrici di scoperte, la cui fama è stata oscurata – ciascuna per le proprie vicissitudini – dagli uomini con cui hanno collaborato. Non abbiamo solo raccontato le storie di quattro scienziate, ma anche provato a mostrare il loro, particolare, modo di cercare le risposte nell'Universo".