Metro 2, i Comuni sottolineano ancora l’importanza dell’opera, ma c’è «scetticismo» sul futuro
i sindaci del territorio hanno incontrato l’Amministrazione torinese
Metro 2, i Comuni sottolineano ancora l’importanza dell’opera, ma c’è «scetticismo» sul futuro.
Metro 2
Appena qualche ora prima della partenza di Lo Russo e Cirio per la loro «missione» romana per sostenere il progetto della linea 2 della metropolitana di Torino, i sindaci del nostro territorio interessati al prolungamento della tratta fino al Pescarito, sedevano allo stesso tavolo dell’assessore ai trasporti del Comune di Torino Paolo Mazzoleni. Un incontro, quello della scorsa settimana, per fare il punto sull’andamento del progetto, al quale hanno partecipato la sindaca di Settimo Elena Piastra, la collega di San Mauro Giulia Guazzora, i primi cittadini di Gassino Paolo Cugini e di San Raffaele Ettore Mantelli, di Cinzano Emilio Longo e di Rivalba Davide Rosso, insieme ancora, a Renato Pittalis, sindaco di Leini e presidente dell’Unione dei Comuni Net.
L'esigenza del territorio
Una rappresentanza di circa 200mila abitanti che, come sottolineato dai sindaci presenti, hanno tutto l’interesse a veder prolungato il tracciato della linea 2 della metro fino all’area industriale a cavallo tra Settimo e San Mauro. «Abbiamo nuovamente ribadito la necessità di prestare attenzione a questo territorio che è stato completamente abbandonato - spiega la sindaca Giulia Guazzora -. Abbiamo chiesto formale impegno, al Comune di Torino, a prevedere nel Dup le risorse necessarie per l’inserimento di questo tratto di linea 2 nella progettazione definitiva».
«Ancora una volta abbiamo messo sul tavolo - prosegue Guazzora - la disponibilità a fare la nostra parte per un’opera che riteniamo fondamentale per il nostro territorio e che lo sarebbe anche per le aree di Barca e Bertolla. Un’area vasta che, di fatto, è un vero e proprio avamposto verso Milano». Senza dimenticare, come sottolinea anche le importanti ricadute «sotto il profilo ambientale in termini di riduzione dell’inquinamento». «Si parla di cinque milioni di euro per addivenire a questa progettazione definitiva, noi riteniamo che siano cifre non irraggiungibili e per questo abbiamo chiesto che nelle migliorie della gara che è in fase di predisposizione sia inserita proprio la progettazione definitiva di questo prolungamento».
La figura del Commissario
Ora, in più, con la notizia della nomina di un commissario per l’opera infrastrutturale c’è anche chi si è chiesto se questa figura non possa agevolare anche il reperimento di ulteriori fondi che possano consentire l’inserimento del prolungamento del tracciato fino a Pescarito nella progettazione definitiva.
«Secondo me no - risponde chiara la sindaca di Settimo Elena Piastra -. Il commissario, per sua natura, si inserisce non tanto in una fase di ricerca fondi che di solito è propria della fase di trattativa e quindi in capo alla politica, ma gestisce l’opera straordinaria: è un mero gestore della procedura». «Per quanto mi riguarda - spiega - non credo che la nomina del commissario possa servire a reperire maggiori risorse oppure a introdurre valutazioni legate alla possibilità di vedere la progettazione definitiva nella gara, quelle sono valutazioni che vanno fatte prima».
«Nell’incontro di lunedì 9 noi abbiamo insistito di nuovo affinché il progetto definitivo sia inserito nella gara e qualora così non fosse abbiamo chiesto che se ne faccia carico il Comune di Torino, si tratta di 5 milioni che per il bilancio del capoluogo può essere assolutamente reperita, e in questo senso abbiamo ribadito anche la nostra disponibilità a cofinanziare». «Oggi l’obiettivo non è vedere partire i lavori a nord, noi oggi dobbiamo ottenere che il progetto definitivo sia pronto con la gara». «E poi, mentre Regione Piemonte da fondi ai comuni più inquinati della cintura, sarebbe più interessante se Regione Piemonte stessa e Comune di Torino trovassero i fondi per la progettazione definitiva di un’opera che ridurrebbe in modo definitivo sia i costi sanitari, sia i costi sociali, sia quelli per i bandi finalizzati alla riduzione dell’inquinamento. La scelta di partire da Rebaudengo, lo ribadisco, è una scelta politica, non certo ambientale».