Con l'Accademia del Ricercare

Lunedì 19 settembre 2022 torna Antiqua a San Mauro

Il concerto in Santa Maria di Pulcherada

Lunedì 19 settembre 2022 torna Antiqua a San Mauro
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Martedì 19 settembre 2022 torna Antiqua a San Mauro

Antiqua a San Mauro

La stagione 2022 di Antiqua, la rassegna di musica antica proposta dall’Accademia del Ricercare, proseguirà il 19 settembre a San Mauro Tornese, alle 21.15. presso la chiesa di Santa Maria in Pulcherada di via San Francesco d’Assisi,1 con il concerto dal titolo “Vivaldi che passione - Concerti per flauto, oboe e orchestra” proposto da Voxonus e Accademia del Ricercare.

Il programma

Per quanto possa sembrare incredibile, dopo la sua morte, avvenuta nel 1741, Antonio Vivaldi fu del tutto dimenticato e la sua vasta produzione iniziò a essere riscoperta solo negli anni Cinquanta, grazie al contributo del revival del Barocco favorito dalla ascesa del movimento filologico. A partire da allora, il pubblico poté di nuovo ascoltare le Quattro Stagioni e gli altri capolavori di Vivaldi, che così divenne uno degli autori più amati del periodo barocco, scatenando una passione che ancora oggi non accenna a scemare.
Il programma di questo concerto comprende quattro concerti per strumenti a fiato che, grazie agli strumenti storici, acquisiscono sonorità brillanti e molto coinvolgenti. Vivaldi fu uno dei primi autori a utilizzare largamente gli strumenti a fiato in funzione solistica, esaltando non solo i flauti dolce e traversiere e l’oboe, che potevano già contare su una vasta letteratura, ma anche strumenti più desueti come il fagotto, per il quale il compositore scrisse ben 37 concerti.
Pubblicati nel 1728 dall’editore Charles Le Cène, i sei Concerti per flauto traversiere op. X comprendono tre lavori con titolo, che Vivaldi aveva già dato alle stampe in versioni con organici diversi. In particolare, prima del Concerto RV 433, “La tempesta di mare”, era stata inserita una versione per violino e archi nel Cimento dell’Armonia e dell’Inventione (RV 253) e poco dopo Vivaldi ne realizzò un’altra versione per flauto, oboe, fagotto e archi (RV 570), che, con la sua ricchezza timbrica, esalta ancora di più l’immagine delle onde del mare. Grazie al realismo della
loro scrittura, questi concerti sono diventati tra i brani meritatamente più noti di Vivaldi, che dimostrò tutto il suo talento nel tradurre in musica i fenomeni naturali.
Il Fondò Foà-Giordano di Torino custodisce gli autografi di un gruppo di concerti per “flautino”, che grazie al loro brio godono oggi di una considerevole popolarità. Il Concerto RV 443 è caratterizzato da una scrittura vivace e molto virtuosistica. Nel primo movimento il flauto è infatti chiamato a eseguire elaborate fioriture con scalette ascendenti e discendenti e trilli e terzine in progressione armonica. Una citazione a parte spetta al largo, che presenta un’ampia sezione modulante, nella quale il flauto può mettere in luce tutta la sua intensa espressività, prima di chiudere l’allegro molto finale con scintillante virtuosismo.
Strumento più emblematico della storia musicale di Venezia, l’oboe riveste un ruolo di primo piano nella produzione di Vivaldi, che seppe valorizzarne come pochi altri il timbro morbido e pastoso. A questo strumento il compositore dedicò ben 20 concerti, tra i quali si segnalano quello in la minore RV 463, che vanta un Largo centrale intriso di una meravigliosa cantabilità, e il Concerto in re minore RV 535, nel quale i due oboi intrecciano un dialogo all’insegna del virtuosismo più acceso, sul morbido tappeto degli archi.

Il costo d'ingresso è di 5 euro.

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