Settimo Torinese

Distretto unico del commercio, "una vera opportunità di crescita"

Il progetto è stato presentato la scorsa settimana

Distretto unico del commercio, "una vera opportunità di crescita"
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Distretto unico del commercio, "una vera opportunità di crescita"

Distretto del commercio

Al centro del logo, i luoghi della cultura, quelli che racchiudono il patrimonio cittadino. Il simbolo della Torre collocata accanto all'Archimede e all'Ecomuseo, per sottolineare, fin dalla grafica, l'estensione del progetto su tutta la città. Sullo sfondo, il rosso del distretto, il verde della sostenibilità e l'azzurro dell'acqua, elemento portante di un territorio attraversato dal Rio Freidano. Sotto questo cappello, anche a Settimo, parte il Distretto Urbano del Commercio, il percorso promosso dall'Amministrazione, e finanziato dalla Regione Piemonte, che unisce gli esercenti della città con l'obiettivo di rendere attrattive e competitive tutte le imprese commerciali del territorio.

La presentazione

Il Duc è stato presentato, la scorsa settimana, nel corso di una conferenza convocata nella sala Levi della biblioteca Archimede a cui hanno partecipato alcuni dei principali attori coinvolti nell'iniziativa. All'appello, Oliviero Cresta, manager della società TradeLab, Federica Fiore, dirigente Ascom, Giancarlo Amberti, presidente dell'associazione dei commercianti InCentro, e le istituzioni, rappresentate dalla sindaca Elena Piastra e dall'assessora al Commercio, Chiara Gaiola. Il Distretto come «elemento di crescita e di innovazione per accrescere tutta l'economia del tessuto sociale», ha spiegato Cresta, presentando i risultati dell’indagine condotta nei mesi scorsi tra i residenti settimesi e da cui è emersa, ancora una volta, la scarsa capacità attrattiva dei negozi, oltre ad una gamma ridotta dei prodotti offerti dai commercianti locali. Insomma, urge una ventata di aria fresca e l'aggiornamento di un sistema che, a fronte delle grandi distribuzioni e del settore dell'e-commerce, allo stato attuale, rischia di soccombere. Oppure, per utilizzare l'immagine proposta da Gaiola, in cui «il pesce grosso mangia quelli piccoli».

Il percorso di nascita del Duc

«Abbiamo deciso di sperimentare il Duc su tutto il territorio e non solo su una porzione del comune. Questo, però, ha anche delle implicazioni negative perché vuol dire riproporzionare le risorse sull'intera città», ha spiegato Gaiola, illustrando gli obiettivi del progetto. «Prima della nascita del Distretto, oltre alla storica associazione InCentro e ai gruppi informali, avevamo prevalentemente singoli commercianti che si muovevano in autonomia, a seconda delle proprie reti di conoscenza, dell'intuito e dell'esperienza, ma mancava un collante. Ora, invece, grazie al contributo di tutti i partner, possiamo esercitare azioni integrate sull’intero territorio per tutelare il commercio». Competitività, riqualificazione degli spazi pubblici e sostenibilità ambientale e sociale sono i tre pilastri su cui si muoverà il Duc, partendo da un'analisi scientifica dei bisogni degli esercenti e di alcune situazioni esistenti sul suolo settimese, come la mappatura degli sfitti. «Stiamo tentando di mettere insieme una serie di azioni che, sicuramente, non risolveranno la situazione nell'immediato - precisa l'assessora -, ma che ci permettono di avere una visione sul futuro e di muoverci in squadra per permettere ai pesci piccoli di riorganizzarsi». Riorganizzazione, dunque. È questa la parola chiave che ritorna anche nel corso dell'intervento della sindaca Piastra. «Ci troviamo in un periodo - sottolinea la prima cittadina - in cui ci è richiesto di ripensare al settore del commercio. Il Distretto parla a tutta la città, ma si tratta di un lavoro lunghissimo che deve tenere insieme le infrastrutture fisiche e le nuove normative. Siamo in una fase di evoluzione in cui i fondi del Pnrr ci danno la possibilità di agire anche sulla rigenerazione urbana, ma, su alcuni temi - conclude la sindaca -, occorre un maggiore confronto tra tutti gli attori in gioco per riuscire a rappresentare più mondi possibili».

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