Furti di fiori e doni dalle lapidi nei cimiteri: «Neanche il rispetto per i morti»
Da settimo alla collina non mancano purtroppo le segnalazioni
Furti di fiori e doni dalle lapidi nei cimiteri: «Neanche il rispetto per i morti».
Furti cimiteri
Defraudati di quei simboli e di quei ricordi che per amici e parenti rappresentano un modo per commemorare un proprio caro. Un pensiero per mantenere un legame con chi non c’è più. Può sembrare assurdo, eppure, c’è ancora chi si macchia di gesti deplorevoli come il furto di fiori nei cimiteri. Lo fanno senza scrupoli e senza fare sconti a nessuno. In alcuni casi, rubano i fiori direttamente dai loculi, e se poi si ritrovano tra le mani collanine o pensierini lasciati dai parenti, portano via anche quelli. Un problema che, da Settimo alla collina, hanno denunciato in molti, ma che non è bastato a cambiare la situazione.
La testimonianza
«I miei genitori e mio fratello sono sepolti al cimitero di Settimo, in cui mi reco almeno due volte alla settimana, mentre, durante gli altri giorni, ci pensa mia sorella», ci racconta Sara - nome di fantasia-, testimone di uno dei tanti episodi denunciati da diversi cittadini. Sara ha dovuto spesso fare i conti con quel vaso ritrovato completamente vuoto, con quelle rose rosse e bianche- che tanto piacevano alla sua mamma- sparite dalla lapide del proprio caro e con quella sensazione di difetto, quasi come se la colpa fosse dei familiari che non hanno potuto fermare la mano di chi ha compiuto il furto. «Purtroppo, i fiori vengono rubati direttamente dal vaso. Prima di fare notare l'accaduto, come tanti, mi sono preoccupata più volte di controllare per terra, nelle vicinanze o addirittura nel pattume. Ho preso in considerazione anche il maltempo per darmi giustificazioni. Alla fine, abbiamo dovuto prendere la decisione di mettere i fiori finti, lasciando quelli freschi solo durante le ricorrenze, occasioni in cui, però, abbiamo ricevuto lo stesso trattamento. I fiori hanno un costo non indifferente e capisco che al giorno d'oggi non ci si possa permettere di acquistarli spesso ma arrivare a rubarli ad altri defunti è un gesto deplorevole», commenta la donna, tentando di giustificare un’azione che, però, di giustificabile ha ben poco. «Posso accettare che qualcuno si serva quando ci sono i funerali, dato che poi i fiori andrebbero buttati. È molto meno indecente come gesto- riflette Sara-. Ma prenderli da altri loculi è veramente di una tristezza infinita». E poi, l’ulteriore aggravante. Il furto anche di oggetti simbolici lasciati come ricordo ai propri cari. «La società si è ridotta a non avere più un cuore- afferma la donna-. Siamo allo sbando. Non resta che il nulla». La testimonianza di Sara, che abbiamo riportato in queste righe, è solo una delle voci che hanno chiesto aiuto, denunciando un gesto che si verifica ovunque, in qualsiasi area del cimitero. «Ho conoscenti che hanno subito lo stesso trattamento in zone del cimitero meno datate. Mi spiace per tutte le persone che vanno a salutare i propri cari, sentendosi come me quasi in difetto per aver trovato il vaso vuoto e per aver lasciato i propri parenti senza i fiori anche solo per qualche ora. Fiori che, ad esempio, la mia mamma ama tanto, nel colore rosso e bianco. È come se ti spogliassero dell'amore che provi. Come se rubassero la tua sensibilità, lasciandoti credere che esista solo tristezza», si sfoga Sara, sottolineando come quello del fiore sia un furto molto profondo, che colpisce l’anima dei defunti e dei parenti, privi di qualsiasi arma di difesa. «Queste persone sono povere ma non di soldi, sono povere di animo. Chissà, forse lo fanno perché sono state ferite, o magari solo per fare sapere al mondo che anche loro esistono. Vorrei che nel momento del gesto guardassero bene gli occhi di chi sta lì a fissarli e che possano vederci un sorriso, così da fermare la loro mano e la loro coscienza».
A San Mauro
Dal triste fenomeno dei furti di fiori al cimitero nessun comune è immune. Anzi, nel camposanto di via Superga pare essere una regola. Episodi all’ordine del giorno, testimonia Lucia (nome di fantasia), e spesso recidivi.
La segnalazione della donna è partita dai social. «Nelle scorse settimane – ha scritto sul proprio profilo e sulle pagine di San Mauro – stato rubato un mazzo di fiori dalla tomba di mio papà. Direi che a questo punto è il caso di intervenire, non tanto per la spesa ricorrente dei fiori sottratti ma per lo sfregio e il vile gesto». Lo sfogo su Facebook, racconta poi Lucia, è solo la punta dell’iceberg. Non è la prima volta, infatti, che le capita di affrontare una simile mancanza di rispetto. Una situazione esasperante e uno sgarbo che in un luogo sacro come un cimitero è ancor meno tollerabile. «L’accaduto rispetta la dinamica di sempre: viene trafugato il mazzo e sostituito con uno meno bello – entra nel dettaglio –. A volte l’interesse ricade solo sui fiori freschi. Pertanto, per gentile concessione, qualcosa viene risparmiato. Negli anni però sono spariti anche alcuni oggetti che avevamo lasciato sulla tomba. Tutti di poco valore, per carità, ma significativi per chi ha perso una persona cara. Un brutto gesto cui temo non ci sia soluzione, a meno che non si arrivi nell’esatto momento in cui il furto viene compiuto».
Il fenomeno è risaputo anche al Palazzo Civico e ha spinto la vicesindaca Katia Venturi a far sistemare alcuni cartelli. La segnaltica è stato affissa a inizio 2022 e dovrebbe fungere da deterrente, ricordando all’utenza che anche la sottrazione di fiori al camposanto è un reato. Peccato che i cartelli, solo quattro, siano stati sistemati esclusivamente nell’ala sedicesima. E che oltre ad essere poco visibili si siano dimostrati anche poco efficaci, come dimostra il triste racconto della sanmaurese Lucia.