Emergenza cinghiali, un "branchetto" tiene sotto scacco via San Mauro e il parco
Una situazione che sta creando non pochi disagi alla cittadinanza.
Emergenza cinghiali, un "branchetto" tiene sotto scacco via San Mauro e il parco.
Emergenza cinghiali
C'è chi ha rischiato l'incidente stradale e chi è dovuto scappare a gambe levate. L'area compresa tra il parco Berlinguer (tra via San Mauro e via Sanzio) è diventata ormai una "croce" a causa della presenza di un branco di cinghiali. Si tratterebbe di una "famigliola" di circa 7-8 esemplari, compresa la "mamma".
I fatti
Una situazione che non si può dire che stia sfuggendo di mano, ma che sta creando non pochi problemi alla cittadinanza. A partire da chi è solito frequentare il parco Enrico Berlinguer. Sia nella sua declinazione di area per le passeggiate, sia per chi è solito recarsi presso l'area cani di recente realizzazione. Le tracce del passaggio degli animali ci sono e sono evidenti, soprattutto lungo il perimetro dell'area cani e nella vasta area verde tra il parco e il palazzetto dello sport e, quindi, l'ospedale civico. «Si vedono anche di pomeriggio», lamenta qualcuno. E le «prove», nei giorni scorsi, sono state pubblicate anche sui social. Qualcuno è riuscito a fotografare il "branchetto" a spasso. Qualcuno, ancora, l'ha ripreso in tarda serata quando la "famigliola" cercava di spostarsi dall'area dell'ex Cascina Bordina fino a via San Mauro. «E' un pericolo per noi automobilisti - spiega Antonio, che quell'area la attraversa tutte le mattine poco prima dell'alba -. Sono un frequentatore del parco e negli ultimi quindi giorni ho visto più volte gli esemplari, per questo quando sono alla guida presto un'attenzione maggiore. Soprattutto in questi ultimi giorni in cui ci troviamo ad avere a che fare con la nebbia fitta».
Del resto il tema della presenza dei cinghiali è stato lamentato a lungo, e soprattutto più volte, da numerose amministrazioni del territorio. Non è certo il caso di andare a scavare negli archivi della cronaca locale per ricordare i danni che gli animali selvatici hanno fatto alle coltivazioni e, ancora più importanti, quelli sulle strade. Con un lungo filotto di incidenti, alcuni dei quali purtroppo gravissimi, che hanno fatto ulteriormente alzare l’asticella dell’attenzione. Tutti episodi accaduti in un passato che, anche se recente, a volte pare aver distolto l’attenzione dal problema. Non tanto da parte delle amministrazioni locali, quanto piuttosto a livello metropolitano e regionale.
Ci aveva pensato persino Coldiretti, nei mesi scorsi, a lanciare l’ennesimo allarme. Con tanto di una manifestazione che si era svolta in piazza Castello, ai piedi del palazzo della Regione Piemonte e che aveva riunito agricoltori e amministratori locali. «Si tratta di un fenomeno di area vasta contro il quale il Comune da solo non può fare nulla – precisava all’epoca il vicesindaco Giancarlo Brino –. Per questo è utile unirsi e far sentire la propria voce, accanto ai coltivatori, affinché la Regione e il Governo attuino misure richieste a gran voce dai territori».
Una questione che, però, evidentemente rientra ancora in quelle non ancora risolte. E la responsabilità non può essere soltanto delle amministrazioni comunali che, a fronte di ogni segnalazione, inoltrano le dovute pratiche a chi di competenza. «Ho paura ad andare a correre al Berlinguer - spiega Marta, residente nel cuore del Villaggio Fiat -, perché dopo gli ultimi avvistamenti di cinghiali non vorrei trovarmeli di fronte. E’ una situazione rischiosa per gli automobilisti ma anche per noi che frequentiamo il parco, visto che percorrendolo ogni giorno non mi suono nuove le segnalazioni di avvistamenti da parte di altri runners».
Un problema sentito
Nei giorni scorsi, ancora, anche la Polizia Municipale di Settimo è stata interessata del problema. Sono state diverse le telefonate che sono arrivate alla centrale operativa nel corso degli ultimi venti giorni. Tutte da parte di cittadini che si erano imbattuti nella presenza degli animali selvatici a pochi metri dal parco.
E c’è anche chi, soprattutto negli ultimi giorni, ha puntato il dito contro l’ex cascina tra il retro del palazzetto dello sport e quello dell’ospedale. «Dormono lì - spiegano alcuni storici residenti -. Poi, appena le condizioni lo consentono, escono a cercare cibo». L’intervento per «controllare» il fenomeno ormai sembra più che mai necessario. E non in termini negativi, quanto - piuttosto - in termini di una eventuale ricollocazione degli esemplari sul territorio che, spostandosi sul territorio, iniziano a creare un serio rischio per i cittadini a piedi e in auto.