Settimo è pronta ad accogliere l'arrivo di famiglie afgane
La disponibilità della città annunciata dalla prima cittadina
Settimo è pronta ad accogliere l'arrivo di famiglie afgane
Un ritorno al passato
A seguito del ritiro delle truppe americane dal paese e del repentino ritorno dei talebani su tutto il territorio, ripristinando così l'Emirato islamico fondata sulla sharia, sono migliaia i cittadini afgani che si stanno accalcando all'aeroporto di Kabul per fuggire dal paese. A temere i talebani sono le donne, che temono il ritorno di una società che gli impedirebbe di vivere autonomamente la propria vita, e chi ha collaborato con le forse straniere durante i vent'anni di permanenza degli eserciti occidentali. Una bomba umanitaria che i singoli Stati stanno delineando con progetti di accoglienza.
L'accoglienza
"Il popolo afghano sta attraversando un momento tragico: non è il momento di tirarsi indietro, occorre agire in fretta ma senza farsi travolgere dall'emotività. Che per noi amministratori vuoi dire soprattutto organizzarsi. Dobbiamo prima di tutto assicurare protezione a chi fugge e dobbiamo farlo tutti: la comunità internazionale, l'Europa, il Governo e anche noi enti locali". Queste le parole della sindaca di Settimo Elena Piastra in attesa che il Governo decida come accogliere i profughi afgani. "Da quanto riferisce il Governo, l'Italia dovrà accogliere, in questa prima fase, 3000 persone, che a livello nazionale non sono molte. Decida il Governo che modello adottare, ma lo faccia in fretta perché è l'emergenza è ora - sottolinea -. Sappiamo che i Comuni sono il pilastro su cui si regge l'accoglienza SAI, che ha funzionato bene. Credo che il Governo potrebbe estendere i progetti già in essere, distribuendo gli esuli su tutto il territorio nazionale senza concentrarli e rafforzando un modello che sarà utile anche nei prossimi mesi, quando potremo dover gestire nuovi arrivi. È una linea condivisa con molti sindaci di tutta Italia con cui ci stiamo confrontando da giorni".
La vocazione all'accoglienza
La sindaca manifesta la disponibilità della città. "Settimo, come sempre, è pronta a fare la sua parte: per gestire l'eventuale arrivo di famiglie possiamo estendere il modello dell'accoglienza diffusa, che lavora su piccoli numeri e sta funzionando bene da oltre un anno. A Settimo abbiamo il centro Fenoglio, un'eccellenza nella gestione dell'emergenza e presidio logistico della Protezione civile - sottolinea -. Se il Governo e la Regione lo ritengono, potrà essere utile per la gestione della prima accoglienza, ovvero gli arrivi che nel giro di qualche giorno vengono dirottati ai progetti SAI dei vari Comuni. Se i numeri sono quelli che ci comunicano, possiamo gestirli senza grandi difficoltà, a condizione di utilizzare un modello che limiti la concentrazione delle persone, senza accollare tutto il peso dell'accoglienza a pochi Comuni".