Jessica Costanzo

"Per fermare lo sfruttamento dei lavoratori serve un radicale cambiamento della legge"

La deputata torinese, partendo dal caso “Sicuritalia”, affronta il problema dei contratti che consentono retribuzioni molto basse.

"Per fermare lo sfruttamento dei lavoratori serve un radicale cambiamento della legge"
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Il tema dello sfruttamento dei lavoratori purtroppo è ancora attuale e ampio. In molte delle tristi storie che leggiamo sui giornali ci sono però degli elementi comuni e ricorrenti. Ce ne parla la deputata torinese Jessica Costanzo.

Costanzo: «Per fermare lo sfruttamento dei lavoratori serve un radicale cambiamento della legge»

"Il gioco è sempre lo stesso. Per questo ho deciso di affrontare in aula alla Camera, con un’interpellanza urgente al Ministero del Lavoro, il tema della Cooperativa “Sicuritalia servizi fiduciari” - ci racconta - L’ho fatto perché, appunto, lo ritengo particolarmente utile per capire come è permesso uno sfruttamento così capillare e diffuso in tutta Italia".

Ecco il video dell’interpellanza urgente.

L'onorevole Jessica Costanzo

Cosa ci dimostra questa vicenda?

"Innanzitutto il tema dei contratti collettivi scaduti da anni e mai rinnovati. Nel caso specifico il Ccnl Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari che, oltre ad essere scaduto da cinque anni e mezzo, presenta anche delle retribuzioni già definite dai tribunali “al di sotto della soglia di povertà”. Il contratto dei servizi fiduciari si sta estendendo a macchia d’olio. In moltissimi settori: dalla vigilanza privata, per cui era stato pensato, addirittura ai luoghi della cultura (musei, archivi, biblioteche)".

E chi approfitta di questi contratti?

"Le cooperative che, attraverso gli appalti e i subappalti, vincono bandi di gara che permettono alle aziende di proporre ribassi fino al 25% rispetto alla già limitata base economica da cui parte il Ccnl, dichiarata incostituzionale proprio per le retribuzioni già misere. Questo contratto collettivo, così come il Ccnl “multiservizi”, è lo strumento principe per sottopagare, sfruttare e svilire il lavoro. Una scappatoia che ormai viene scelta da tantissime cooperative".

Gli esempi non mancano...

"Ricordo anche il caso recente in Piemonte degli autisti e montatori impiegati da Mondo Convenienza attraverso la coop Tsl, che invece di essere inquadrati con il Ccnl dei trasporti e della logistica avevano il multiservizi, con condizioni nettamente peggiori, e un’ipotesi di caporalato, sfruttamento e l’aggravante della discriminazione razziale. Nel caso di Sicuritalia, che è l’azienda leader nel settore della vigilanza, c’è poi il problema delle decisioni dell’assemblea dei soci della cooperativa che, secondo inchieste giornalistiche, negli ultimi anni ha approvato deroghe su deroghe al contratto collettivo abbassando ancora di più le retribuzioni e consentendo così all’azienda di far man bassa di appalti pubblici e privati".

Come sono possibili queste vicende?

"La prassi è sempre la stessa. Si approvano piani di crisi per affrontare la difficile congiuntura economica e si mettono spalle al muro i soci lavoratori: o vi tagliate lo stipendio o dobbiamo chiudere tutto. Un atteggiamento scorretto, specie per una realtà, come quella di Sicuritalia, che a quanto si apprende gode di ottima salute".

Cosa le ha risposto il Ministero del Lavoro?

"In parte ha ammesso che l’attività di controllo e quella sanzionatoria da sole non bastano più. Ha poi parlato della volontà di istituire una task-force con Ministeri, sindacati, Ispettorato del Lavoro, Inps, Inail. Ma le task-force non bastano più: occorre una radicale iniziativa legislativa. Radicale significa coraggiosa, senza timori".

Quindi, serve una nuova legge in merito?

"Ho già presentato due anni e mezzo fa una proposta di legge sul tema e diversi emendamenti con il gruppo “L’Alternativa c’è”. Per ora le nostre proposte sono inascoltate, ma se approvate sarebbero risolutive di molti dei problemi che ho esposto: sanzioni certe e pene severe per le coop che non applicano i Ccnl, parità di trattamento nel settore degli appalti privati, tutela della continuità occupazionale e retributiva negli appalti, stop agli appalti di mera manodopera".

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