Il campanile dello Spirito Santo è del Comune
Continua ad essere in primo piano un dibattito che va avanti ormai da anni
Il campanile dello Spirito Santo è del Comune
Campanile
Da anni il restauro del campanile di Gassino è un problema. La parrocchia di don Carlo da una parte, e l’Amministrazione comunale dall’altra, continuano a essere su posizioni distanti, e il campanile resta pericolante. Abbiamo chiesto a don Carlo se ci sono novità in merito.
L'intervista
Qual è la storia del campanile della Chiesa dello Spirito Santo?
«Prima di rispondere alla domanda faccio una precisazione necessaria: identificarlo come il campanile della chiesa dello Spirito Santo non è esatto perché il campanile è stato costruito nel 1684 dalla Comunità (cioè dal Comune). La Chiesa dello Spirito Santo invece venne costruita dalla Confraternita dello Spirito Santo attorno al 1730. Chiesa e campanile condividono attualmente una sola particella catastale, hanno rapporti di buon vicinato come il parafulmine che dalla croce della cupola scende a terra, passando dalla croce del campanile o come la campana della confraternita ospitata nella cella campanaria, ma per accorgersi che sono due realtà distinte basti guardare su piazza Antonio Chiesa: davanti alla chiesa, tutto il sagrato è fatto a ciottoli bianchi e blu, davanti al campanile lose di pietra e parcheggio civico».
Come sta il campanile maggiore oggi?
«Ogni volta che ci passo a fianco o svolto su piazza Antonio Chiesa, constato che i ponteggi e le assi parasassi installati temporaneamente sono diventati vecchi e stanno facendo crescere una muffa verde sulle pareti a mattone, vedo che molti colombi hanno preso alloggio nella cella campanaria, vedo che le sue campane sono immobili. E’ così da quasi otto anni. Fino al 2013 le Amministrazioni comunali, da quella che, il campanile, l’ha voluto costruire, a quella che l’ha decorato con le antenne radio, l’hanno sempre inserito nei monumenti tutelati, nei beni comunali. Dal 2013, quando si constatò che il campanile aveva bisogno di restauro, le tre Giunte che si sono succedute hanno cominciato a obiettare che il titolo di proprietà non è attribuibile al Comune con sicurezza. Subito ho pensato che si fosse trovato un documento che autorizzasse questo dubbio in qualche archivio e a questo cambiamento di comportamento secolare. Ma nessun documento è stato presentato. Semplicemente i 340 anni di storia con atti, fatture, interventi del Comune sarebbero gravemente insufficienti. Ci andrebbe un parere legale, mi dicono. E intanto nessuno si muove, nonostante il campanile sia un monumento della storia di Gassino, tutelato dalla Sovrintendenza, torre dell’orologio civico davanti al palazzo comunale; nonostante sia accanto alla chiesa che è un po’ l’emblema artistico di Gassino e proposta negli itinerari di visite artistiche; nonostante autorità religiose e civili e la popolazione gassinese, nel 1961, abbiano voluto un nuovo concerto con cinque campane che suonassero nelle occasioni liete e tristi e festeggiassero il centenario dell’Unità d’Italia e l’unione dei gassinesi».
Ci sono delle novità sul suo restauro?
«Sì, c’è una recente lettera inviata dal Delegato Arcivescovile della Curia di Torino al Comune di Gassino. La lettera comunica al Comune che la ricerca sulla titolarità sul campanile adiacente alla Chiesa dello Spirito Santo è finita».
A chi viene dunque attribuita la proprietà del campanile?
«La Curia scrive quanto segue: “Allo stato degli atti, quindi, i documenti citati, disponibili anche presso gli archivi comunali, attestano già in modo chiaro la titolarità comunale della proprietà della torre campanaria, o meglio la non ascrivibilità della stessa al patrimonio ecclesiastico della Confraternita o della Parrocchia, a prescindere dal dominio d’uso eventualmente determinatosi temporaneamente nei secoli”. La Curia documenta questa affermazione portando un’approfondita relazione documentale fatta dalla dottoressa Elena Gianasso e pubblicata su Centro Studi Piemontesi (La chiesa della Confraternita dello Spirito Santo e il ‘Campanile maggiore’ di Gassino T.se, giugno 2015). La Curia, nella lettera, chiede al Comune di metterla a conoscenza della propria eventuale ricerca storica e termina offrendo e chiedendo spirito di fattiva collaborazione per giungere sollecitamente ad una tempestiva soluzione del problema».
Da questa situazione come se ne può uscire?
«Come Legale Rappresentante della Confraternita e della Parrocchia non ho altro suggerimento da dare se non che il Comune dia una risposta alla lettera che la Curia ha inviato ormai da tre mesi. E’ un piccolo, ma significativo inizio della fattiva collaborazione senza la quale non si può uscirne».
Cosa ci possiamo augurare per il futuro del campanile?
«Mi auguro che venga presto il giorno in cui a Gassino non si avrà più paura della pandemia e che in quel giorno si possa anche, per la festa dei vivi e il ricordo dei morti, suonare le cinque campane del nostro Campanile maggiore». E magari - aggiungiamo noi - in un campanile finalmente restaurato e valorizzato.