Cultura e non solo

Proposte per tutte le stagioni

Le località di mare diventano attrattive anche d’inverno

Proposte per tutte le stagioni
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Ad ogni stagione il suo turista. Con questo obbiettivo le località di mare puntano ad attrarre visitatori non solo d’estate. E a farla da padrone diventano ambiente, cultura ed enogastronomia. Vanno in questa direzione molte delle proposte presentate alla BIT, la Borsa Internazionale del Turismo, svoltasi recentemente a Milano.

Parola d’ordine: destagionalizzare

Ecco le indicazioni che abbiamo raccolto tra gli stand.
«In Basilicata parliamo di turismo tutto l’anno perché la nostra offerta principale è dedicata al patrimonio paesaggistico ambientale e alla cultura – racconta Antonio Nicoletti, direttore dell’Apt Basilicata - Se vogliamo godere il mare possiamo farlo d’estate, però possiamo osservalo in paesaggi romantici anche in autunno e in inverno. Le nostre montagne che sono tra le più alte del Mezzogiorno d’Italia e si riempiono di neve. E dalle cime innevate si gode una possibilità unica: guardare due mari col sole che sorge dallo Ioni e tramonta nel Tirreno di Maratea».
«La regione Liguria è la prima per estensione di foreste e boschi rispetto alla sua superficie – gli fa eco Gianni Berrino, assessore al Turismo di Regione Liguria - Questo dato è stato scoperto anche dai turisti che hanno vissuto un territorio che non conoscevano, con grande soddisfazione del nostro entroterra che è formato da piccoli comuni, molti di origine medievale, che hanno mantenuto un’unicità, rispetto a molti altri luoghi del Mediterraneo. Poi abbiamo l’Alta Via, un percorso magnifico che va dai confini con la Francia alla Toscana: sono oltre 300 km di strada in quota, prima alpina poi appenninica, sempre con davanti il mare, che a piccoli tratti può essere percorsa da tutti».
«La Calabria ha il sole 340 giorni all’anno: non per nulla il nostro slogan è “Calabria, la Florida d’Europa” - sostiene Fausto Orsomarso, assessore al Turismo di Regione Calabria - Questo ruolo dobbiamo rivendicarlo anche in termini organizzativi, di digitalizzazione dell’offerta, perché ormai il viaggiatore compra la sua vacanza online».

 

Dall’ambiente alla cultura

La proposta delle Marche è più articolata. «Il prodotto vero con cui vogliamo sfidare il mercato turistico è la qualità della vita dei nostri borghi e delle nostre colline – dice Paola Marchegiani, dirigente del settore turismo di Regione Marche - un luogo di armonia, di arte e di buona cucina, un luogo di rapporti con i marchigiani che sono tutta una sorpresa. Pensiamo sia questa l’occasione da scoprire». A questo si aggiunge il «Gran tour delle Marche, un fantastico viaggio a tappe che esplora un territorio variegato, già plurale nel nome, attraverso il dì di festa come avrebbe detto il nostro conterraneo Giacomo Leopardi – continua Alberto Monachesi, responsabile organizzativo di “Tipicità – Grand Tour delle Marche” - Propone eventi che valorizzano in particolare due aspetti della nostra identità: il cibo e la manualità, la capacità di saper fare. Questo viaggio parte a maggio e si conclude alla fine di novembre e accompagna visitatori e turisti alla scoperta di un’Italia un po’ diversa da quella patinata, un’Italia delle mezze stagioni che può rappresentare un’esperienza immersiva in cui il visitatore perde la cognizione di essere un outsider ed entra a pieno diritto nella comunità ospitante».
«Abbiamo un grande punto di forza che è quello culturale, avendo una storia plurimillenaria alle spalle – insiste anche Felice Casucci, assessore al Turismo di Regione Campania - Abbiamo quindi la grande necessità di ripensare i modelli, in funzione anche del nostro Patrimonio Unesco, non solo materiale. A questo si aggiunge la grande opportunità che ci offre il turismo religioso, che si sposa con quello dei grandi itinerari storici. Penso, poi, anche al turismo lento, quello che ama i cammini come la Via Appia e la Francigena. Infine, contiamo molto sulla sentieristica: stiamo costruendo un piano che sarà anche un modo per far conoscere le nostre identità territoriali».
«Evidentemente il mare in Friuli è sempre stato per noi legato alla famiglia e oggi si struttura da fine primavera prolungando le sue attività fino a ottobre con il classico appuntamento con la Barcolana che chiude la stagione estiva – spiega Bruno Bertero, direttore di Promoturismo Friuli Venezia Giulia - Ma la nostra è una regione che si sviluppa dal mare alla montagna in 150 km. Permette, quindi, scenari differenti. La montagna invernale è a misura d’uomo, di famiglia, anche perché i nostri 6 comprensori sono molto piccoli. Quella estiva va ripensata ragionando su quelli che sono i nuovi modelli di fruizione: attività all’aria aperta e accompagnamenti didattici alla natura diventano nuovi temi di comunicazione».
«I target a cui ci rivolgiamo sono diversi e dipende dagli eventi culturali, dai giovani ai diversamente giovani – dichiara Cristina Regazzo, direttrice del Consorzio Turistico DMO Rovigo - Puntiamo sui borghi, come Fratta Polesine dove ha sede Villa Badoer, patrimonio Unesco, una meraviglia del Palladio. Ma anche sull’open air, con i nostri corsi d’acqua che hanno un’importanza notevole: quindi, barca e bici, ma anche le escursioni a piedi».

 

Le indicazioni che arrivano dall’estero

Ci spostiamo all’estero, ma la musica non cambia. «Durante l’inverno puntiamo sul Sud tunisino, un posto ricchissimo – sostiene Souheil Chaabani, direttore dell’Ente turistico della Tunisia - È la parte berbera della Tunisia, una meraviglia a un’ora e mezzo dal Nord Italia. La cultura è ricchissima: rovine romane, archeologia, la più grande struttura mai costruita dai romani fuori dall’Italia come il Colosseo di El Jem. Inoltre, stiamo valorizzando il nostro patrimonio enogastronomico: abbiamo diversi festival legati al tema del cibo, come quello dell’Harissa e quello del cous cous».
«Dall’Italia oggi i turisti arrivano in Slovenia soprattutto a luglio, agosto e dicembre – è il parere di Aljiosa Ota, direttore dell’Ente del Turismo della Slovenia - Vorremmo puntare a diventare attrattivi tutto l’anno, puntando sullo sci e sulle terme che sono sempre più apprezzate».
«Da noi i turisti italiani arrivano soprattutto in aprile e ottobre – rivela Marco Biazzetti, responsabile dell’Ente Turismo Giordania - Ormai, però la Giordania è diventata una destinazione per tutto l’anno. E molti vengono in Giordania d’estate perché il clima è secco e andare nel deserto o a Petra è meno faticoso che restare in una città umida. Il grande vantaggio è che siamo sempre in spazi aperti».

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