Maxi sequestro

Il "mago cinese" che apriva un negozio dopo l'altro e li chiudeva subito per non pagare le tasse

Ogni azienda aperta dall'imprenditore cinese, dopo un breve ciclo di vita, cessava la propria attività omettendo di versare le imposte dovute all’Erario.

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Apriva un negozio dopo l'altro e lo chiudeva subito, preso il mago cinese degli "apri e chiudi"

Una pratica collaudata la sua, attraverso cui riusciva a evitare di versare le imposte dovute all'Erario. E' stato tratto in arresto il mago cinese degli "apri e chiudi": ciascuna delle sue attività imprenditoriali, dopo averla aperta, veniva subito chiusa in modo tale da non pagare alcuna tassa allo Stato italiano.

Apriva un negozio dopo l'altro e lo chiudeva subito per non versare le imposte

IL VIDEO:

Come raccontato da Prima Rovigo, è stato tratto in arresto un imprenditore cinese nel settore del confezionamento di capi di abbigliamento che aveva messo in piedi un conclamato sistema di frode ai danni dell’Erario. Nell’ambito di un’articolata operazione di servizio che ha interessato l’imprenditoria cinese, all’alba di martedì 22 marzo 2022, i Finanzieri del Comando Provinciale di Rovigo hanno fatto scattare l’operazione denominata “Ghost Cash”, nel corso della quale è stata data esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare personale nei confronti di un cittadino cinese e a diverse perquisizioni in provincia di Rovigo, Padova e Milano.

Le indagini, che costituiscono l’epilogo di un’attività investigativa protrattasi per oltre un anno, sono state condotte sotto la direzione della Procura della Repubblica di Rovigo  e hanno consentito la ricostruzione dei movimenti di due società operanti nel settore del confezionamento di capi di abbigliamento che avevano messo in piedi un conclamato sistema di frode ai danni dell’Erario, consistente nella creazione di imprese di “comodo” gestite da imprenditori occulti che, per i loro affari, si avvalevano di terze persone titolari apparenti e che si interponeva nelle operazioni commerciali fra aziende italiane e cinesi. Queste ultime, si sottraevano, sistematicamente, agli obblighi contabili, dichiarativi e di versamento delle imposte dovute i cui illeciti ricavi, in parte utilizzati in Italia, venivano trasferiti all’estero.

Preso il mago cinese degli "apri e chiudi"

L’imprenditore cinese arrestato, regista occulto del meccanismo illecito, manovrava le aziende utilizzate nel sistema (costituite e cessate in rapida successione) secondo la collaudata tecnica denominata “apri e chiudi”. Tutte le aziende erano formalmente intestate a prestanome, anch’essi cinesi ed ex dipendenti dell’uomo che così, senza apparire formalmente, poteva curare in prima persona tutti gli aspetti gestionali delle società: dall’apertura dei conti correnti aziendali ai rapporti con clienti, fornitori e personale dipendente. In definitiva, ogni azienda, dopo un breve ciclo di vita, cessava la propria attività omettendo di versare le imposte dovute all’Erario. In tale contesto, risultano indagati altri quattro cittadini cinesi.

Tale sistema di frode ha generato un debito nei confronti dello Stato di oltre 1,1 milioni di euro e, allo stesso tempo, un illecito incremento del patrimonio degli indagati che, per tale ragione, sono stati destinatari del provvedimento di sequestro preventivo per equivalente, fino alla concorrenza della somma evasa, emesso dal Gip  del Tribunale di Rovigo ed eseguito nei giorni scorsi dai Finanzieri del Gruppo di Rovigo, con l’obiettivo di giungere successivamente alla confisca definitiva.

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